Poca manutenzione, faglie in attività e cavalcavia che preoccupano. Il tutto sull'unica via di accesso rapido all'ospedale acese, punto di riferimento sanitario per la zona jonico-etnea. Di tutto ciò hanno preso coscienza a Roma dopo un esposto di un comitato
A18, ministero Trasporti diffida Cas dopo esposto «Servono requisiti sicurezza fra Giarre e Acireale»
Su una cosa la Direzione generale per la Vigilanza sulle concessioni autostradali sembra essere stata molto chiara: serve intervenire sul tratto di autostrada A18 fra Giarre e Acireale senza perdere altro tempo. E se le eventuali pezze da metterci non potranno essere così rapide come sarebbe necessario, comunque vanno adottate «idonee misure di limitazione del traffico al fine di assicurare il raggiungimento dei requisti minimi di sicurezza». Dunque, si procede anche con la possibile chiusura di tratti della Messina-Catania nel segmento diventato oggetto di un esposto alla procura di Catania da parte del Comitato cittadino di Giarre. Il gruppo di attivisti dedica da tempo le proprie attenzioni alla Me-Ct, sebbene la sua ragione sociale sia la battaglia per la riapertura, annunciata ma non ancora concreta, del pronto soccorso dell’ospedale giarrese. Con il nosocomio di fatto non operativo, l’intera fascia jonico-etnea si riversa per le sue esigenze sanitarie sull’ospedale di Acireale. L’autostrada allora, come ricorda l’esposto, diventa anche «l’unica via di accesso rapido» alla struttura e, per questo, non può non mantenersi efficiente e sicura.
Il comitato ha trovato la sponda del ministero delle Infrastrutture retto da Danilo Toninelli, sotto cui opera il dipartimento che ha diffidato il Consorzio autostrade siciliane, gestore della Me-Ct. L’ufficio ispettivo territoriale etneo ha «rilevato la consistenza» della segnalazione del Comitato e ha così dato un mese di tempo al Cas per gli interventi opportuni. Il tutto, in attesa degli interventi risolutivi imposti dal ministero al Cas nel documento del dirigente Vincenzo Cinelli, potrebbe risolversi in chiusure parziali dell’autostrada, deviazioni e altri tentativi che potrebbero tentare di mettere al riparo gli automobilisti da potenziali pericoli. «Attendiamo anche l’accertamento da parte della giustizia – concludono dal Comitato – di eventuali responsabili e omissioni a danno della sicurezza di tutti».
Si tratta di interventi di messa in sicurezza finanziati con il Patto per il Sud per un totale di oltre 42 milioni di euro. Nello specifico, si tratta di lavori per la «manutenzione straordinaria della pavimentazione da Messina a Giarre dell’A18 Me-Ct» per un importo che supera i 24 milioni di euro, come fanno sapere dal Cas. Nello stesso finanziamento, inoltre, rientra la realizzazione di pannelli a messaggio variabile, in itinere e agli ingressi, di videosorveglianza e del sistema informativo di controllo della velocità», per un importo di 7,8 milioni (che la Messina-Catania deve spartirsi, però, anche con la Messina-Palermo). Poi ancora lavori di riqualificazione e integrazione dei sistemi di sicurezza stradale come «barriere longitudinali, terminali transizioni e varchi apribili» finanziati con nove milioni e 970mila euro.
I problemi, ricordano gli attivisti, «sono sotto gli occhi di tutti» e l’esposto ne fa una rassegna particolareggiata: non solo le buche e il manto stradale «sconnesso in vari punti», ma anche i dislivelli vicino il cavalcavia svincolo Acireale e all’altezza dello stabilimento Poiatti, causati, ricorda il documento, da un movimento di faglia di cui l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha dato ampio conto. Questo è uno dei punti dove spesso si sono verificati gravi incidenti. C’è poi il capitolo di alcuni cavalcavia il cui stato sarebbe «critico». Dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, in effetti, alcune verifiche sono state compiute dai vigili del fuoco, causando rallentamenti e code.
«I nostri uffici tecnici stanno lavorando a pieno ritmo, nonostante la carenza di personale andato in pensione e non più sostituito», dichiara a MeridioNews il direttore generale del Cas, Salvatore Minaldi. È dallo stesso consorzio che arriva la conta dei lavori eseguiti nel corso del 2018 con fondi Cas nella tratta in questione: potatura di alberi e servizio antincendio, interventi sulla pavimentazione, segnaletica, barriere di sicurezza, verifica di viadotti e ponti, impianti di illuminazione, a cui si aggiungono provvedimenti di viabilità finalizzati all’eliminazione di restringimenti e deviazioni. «Gli utenti, quando prima – afferma ancora Minaldi – potranno cogliere i risultati dell’esecuzione di lavori più complessi attesi da tempo. La tratta ha una sua datazione e questo significa che ciò che, in quel tempo, era all’avanguardia e esempio di intraprendenza progettuale per una Sicilia moderna, ora deve essere rinnovato e migliorato per potere ancora sfidare il tempo e le innovazioni tecnologiche future».