L'arrivo in città dell'esponente del governo ha segnato un punto a favore nei rapporti tra l'amministrazione comunale e il governo nazionale. A far da paciere il progetto di riqualificazione tra piazza Bologni e Gran Cancelliere. Per il referente dei Beni Culturali «Palermo ha la possibilità di essere visibile»
Visita ministro Bonisoli, il sindaco Orlando non diserta l’incontro «Dissenso su bando periferie resta ma c’è volontà di collaborare»
La visita del ministro ai Beni Culturali Alberto Bonisoli a Palazzo Riso oggi, in occasione della presentazione del progetto di adeguamento degli spazi del museo agli standard europei e di riqualificazione urbana dell’area del centro storico, compresa tra Piazza Bologni e Piazza Gran Cancelliere, ha segnato un punto a favore nei rapporti tra l’amministrazione comunale e il governo nazionale. Non a caso la prima cosa che il ministro ha notato, una volta arrivato al Museo d’Arte Contemporanea, è stata la presenza del primo cittadino Leoluca Orlando. Infatti, mentre stava rispondendo a una domanda si è fermato per salutarlo: «Sindaco, come va? Questa è già una notizia».
Bonisoli si riferisce all’assenza del sindaco in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico che ha visto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte a Palermo. Perché questa volta ha deciso di essere presente? «Rimane forte il dissenso per quel taglio ai fondi del bando periferie – ha detto Orlando a Meridionews – Il dissenso riguarda quel provvedimento e non certo il rispetto dei ruoli istituzionali di ciascuno. Sono qua per testimoniare l’importanza della collaborazione tra il governo nazionale, regionale e l’amministrazione comunale di Palermo che porta quest’anno in dono all’Italia l’essere capitale della cultura e sede di Manifesta. Credo che sia interesse di tutti promuovere questo momento straordinario. Permane il dissenso per quel provvedimento ma allo stesso tempo resta la volontà di collaborare istituzionalmente tutte le volte che questo è possibile».
Dopo una visita al museo, accompagnato dalla direttrice Valeria Li Vigni e dallo stesso primo cittadino, è iniziato un dibattito al quale hanno preso parte anche l’assessore comunale alla Cultura Andrea Cusumano, il deputato regionale M5s Giancarlo Cancelleri e l’ex assessora regionale ai Beni culturali e attuale consigliera di Bonisoli Mariarita Sgarlata. Proprio quest’ultima ha fatto da tramite tra il museo e il ministro. Al centro il tema della riqualificazione urbana del percorso tra le piazze Bologni e Gran Cancelliere, ma anche un interessante scambio di opinioni tra il primo cittadino e il ministro sull’accoglienza e l’integrazione, travestita da metafora botanica sulle biodiversità non autoctone.
«Per noi si tratta di un progetto che nasce nel 2009 – ha detto la direttrice del Riso – che riguardava il passaggio tra le piazze. Numerose sono state le tesi di laurea su questo argomento. Un modo per far sì che il museo rappresenti il cuore pulsante della città, un laboratorio creativo. Quel progetto prevedeva la ricostruzione a seguito della distruzione causata dai bombardamenti, di laboratori, sale espositive e foresterie per artisti». Ci saranno a breve diversi contributi sul passaggio nella zona di via Celso che riguardano riqualificazioni di botteghe artigiane e di un’arena per «dare vita – conclude la direttrice – alla rinascita di un asse meraviglioso come quello di Corso Vittorio Emanuele». E proprio partendo da questo punto è intervenuto l’assessore comunale Cusumano: «Negli ultimi anni è stata importante la riqualificazione della città dal punto di vista culturale. Soprattutto quest’anno con il progetto di Capitale italiana della cultura. Per la prima volta si è visto in termini di progettazione e comunicazione quello che la città realizza nella sua interezza. Questo ha consentito di potere ottimizzare le risorse e organizzare 1600 eventi».
Orlando ha subito ringraziato il ministro «per la presenza e l’attenzione alla nostra città». Poi ha precisato: «Aspiriamo ad essere capitale mediterranea della cultura. Qui si trovano segni dei tempi e dell’identità, che per noi non dipende dal sangue del padre e della madre. In Sicilia non abbiamo piante autoctone ma biodiversità che sono qui per scelta. Accoglienza, diversità e arte stanno dentro questa visione. Un potenziale di rigenerazione urbana non puramente estetico. Il museo non è un museo espositivo ma di passaggio, collega piazza Bologni con la piazza Gran Cancelliere dove c’è la più antica delle moschee».
E Bonisoli ha preso infine la parola, rispondendo punto per punto al primo cittadino: «Non conosco il progetto ma sono contento di poter dialogare con le massime istituzioni anche culturali della città – ha detto il ministro – quella di capitale italiana della cultura è una buona iniziativa visto che Palermo ha la possibilità di essere visibile e di iniziare un percorso che può andare oltre l’anno in cui si manifesta. Per Palermo sia questa un’occasione di portare la cultura a un altro livello, un’opportunità per generare lavoro di qualità». Bonisoli però non si è fatto sfuggire il punto e ha detto poi: «Mi è piaciuta la metafora sulla biodiversità ma le piante devono avere il tempo di acclimatarsi e in Italia questo tempo non è stato sufficiente. La cultura è una delle armi che abbiamo a disposizione per rendere la comunità più capace di dialogare e di abbattere quelle barriere di prevenzione che portano alla paura. Se questi sentimenti ci sono, probabilmente, alcune cose sono accadute troppo in fretta e con troppa poca attenzione da parte di chi doveva governare certi flussi e questo penso che non debba accadere più». Altrimenti, spiega il ministro, le piante «diventano infestanti». «Il rischio c’è – ha concluso – il dialogo interculturale può aiutare a integrare questo tipo di situazioni. Il problema è dialogare con l’Europa in modo adulto e far capire quali sono le nostre esigenze: fino ad oggi non è stata abbastanza capace di comprendere la nostra situazione».