Dal dossier presentato oggi emerge un quadro sostanzialmente «in linea con il resto del Paese», con le demolizioni di abitazioni non in regola ferme al palo. Non mancano gli esempi positivi ma nemmeno le difficoltà come avverte il sindaco Monteleone: «Stiamo raschiando il fondo, lo Stato o la Regioni ci aiutino»
Abusivismo edilizio, in aumento le occupazioni illegittime Legambiente: «Pure casi virtuosi come Altavilla e Carini»
«Il dato siciliano non si discosta da quelli del resto del Paese, ma c’è un elemento positivo da sottolineare. Si tratta di due esempi virtuosi nel Palermitano, che noi siamo stati ‘costretti a premiare’ semplicemente perché fanno il loro dovere portando a termine le demolizioni». L’abbattimento degli abusi edilizi a Palermo, come in Sicilia e nel resto d’Italia, sembra sia ancora un tabù, come confermano i dati emersi dal dossier di Legambiente Abbatti l’abuso. I numeri delle (mancate) demolizioni nei comuni italiani, presentato oggi nel capoluogo siciliano dai presidenti nazionale e regionale di Legambiente, Stefano Ciafani e Gianfranco Zanna. Il quadro complessivo che emerge conferma «la sostanziale inerzia di fronte all’abusivismo e alle prescrizioni di legge rispetto alle procedure sanzionatorie e di ripristino della legalità». In particolare, la Sicilia ha il 9,3 per cento del totale nazionale delle ordinanze di abbattimento emesse (6.637) e di queste ne ha eseguite appena il 16,4 per cento (1.089).
Nel report, inoltre, si fa notare come nel capoluogo siciliano, a gennaio, la Procura Generale ha convocato i sindaci per fare il punto sulla lotta all’abusivismo e spingere a un cambio di passo sul fronte delle demolizioni. Tra i casi limite, quello di Termini Imerese, dove giacciono in attesa di esecuzione ben 850 ordinanze definitive, di cui molte con sentenza che risale all’inizio degli anni ’90. Mentre sono in aumento i casi di occupazione illegittima: nel 2016, ad esempio, un’indagine della Guardia di Finanza diretta dalla Procura della Corte dei Conti, ha scoperto che a Caltagirone, nonostante una sentenza di demolizione datata 1996, i proprietari continuavano a vivere nella loro abitazione. In breve tempo, allargando le indagini alla sola provincia di Catania, sono stati accertati altri 100 casi simili. In provincia di Palermo, in 75 su 82 comuni controllati sono stati riscontrati casi di occupazione illegittima.
Per il presidente regionale, seppur i dati locali sono in linea con quelli nazionali, recentemente si registrano alcuni fenomeni che fanno ben sperare: gli auto abbattimenti. «Ultimamente, quando in una zona si demoliscono delle case nei casi di abusi non sanabili, per non perdere la proprietà dei terreni i proprietari colgono il clima mutato e procedono alla demolizione – spiega – Un trend che esiste già, ma che in Sicilia è più marcato rispetto ad altre regioni». Spesso, l’esecuzione degli abbattimenti si scontra con le difficoltà che i sindaci incontrano nei propri territori, ma ci sono anche dei casi in controtendenza e che riguardano entrambi il territorio Palermitano. A Carini e Altavilla Milicia, infatti, da tempo l’amministrazione ha avviato una lotta all’abusivismo, e Legambiente ha insignito entrambi i sindaci, Giovì Monteleone e Pino Virga, rispettivamente nel 2017 e nel 2018, con il premio Ambiente e Legalità. Una lotta senza quartieri all’abusivismo non priva, però, di ostacoli.
«Il Comune è in dissesto finanziario e abbiamo grandi difficoltà a recuperare risorse per le demolizioni, stiamo raschiando il barile» spiega Monteleone ricordando come dal 2015 sono stati demoliti 12 immobili ma ne rimangono altri 50 da abbattere sulla fascia costiera. «In alcuni casi abbiamo convinto i proprietari ad auto demolire – prosegue -, ma non basta. Non possiamo andare avanti così, nel 99 per cento dei casi i proprietari non pagano e la riscossione è molto difficile e ricade sull’amministrazione. Noi vorremmo che la Regione o lo Stato ci dessero una mano visto che, a causa dei guai finanziari del Comune, non possiamo accedere ad alcuna linea di credito. È la classica situazione – conclude con amarezza – del cane che si morda la coda».