In vista della richiesta di dichiarazione d'emergenza al governo nazionale, fondamentale resta l'accertamento di eventuali malattie legate alle condizioni igienico sanitarie delle baracche. Un caso di asbestosi è stato già accertato
Messina, poteri speciali legati all’emergenza sanitaria Il piano di screening: ambulatori mobili tra le baracche
L’emergenza baracche a Messina è soprattutto un’emergenza sanitaria. Si procede a velocità sostenuta rispettando i tempi dettati dal sindaco Cateno De Luca per portare a termine l’operazione sbaraccamento. Così, dopo la conferenza dei servizi che lunedì ha visto a Messina attorno a un tavolo l’assessore regionale alla Sanità Ruggero Razza, i responsabili dell’Asp e dell’Arpa, si prepara la fase di screening delle patologie respiratorie della popolazione residente nei sette ambiti di risanamento che sono stati censiti dal Comune di Messina.
A sostenere che tutto si volgerà in tempi rapidi è lo stesso commissario dell’Asp Gaetano Sirna che insieme al presidente dell’ordine dei medici Giacomo Caudo ha sottoscritto un protocollo d’intesa proprio in vista dello screening sanitario. «L’intesa è stata stipulata per accertare l’eventuale rischio di patologie respiratorie correlate all’esposizione a inquinanti ambientali. Pertanto si è reso necessario implementare un’attività di collaborazione, definita nel tempo, con i medici di famiglia per rilevare i dati», spiega Sirna.
Come era stato definito lunedì, sono stati già trasmessi dal Comune i dati relativi alle persone che vivono nelle baracche sulla scorta di un censimento effettuato entro il 31 agosto. Dati «elaborati dal responsabile dell’anagrafe che ha identificato per ciascun assistito il medico generico». Lunedì 17 «ci incontreremo alle 15 nella sede dell’ordine – spiega Caudo, presidente dell’ordine dei Medici e chirurghi di Messina – con i medici di famiglia che dovranno effettuare questo screening».
Per rispettare i tempi annunciati da De Luca (entro il 31 ottobre lo sgombero delle baracche e nei successivi due mesi la demolizione) è stata elaborata «una scheda di start up screening malattie respiratorie per il rilevamento dei dati sanitari. Il sistema – prosegue Sirna – è organizzato su due livelli funzionali, pertanto i medici generici, una volta rilevati specifici sintomi e segni clinici, informeranno il paziente e contestualmente segnaleranno al secondo livello funzionale, cioè gli specialisti dell’Asp, la necessità di ulteriore approfondimento».
Per abbreviare i tempi sarà l’Asp ad andare nelle zone dove vivono i baraccati. Verranno allestiti degli ambulatori mobili con la presenza di specialisti dove saranno effettuate le visite e gli accertamenti strumentali necessari; in caso di necessità prenderà in carico il paziente per accertamenti strumentali che non è possibile effettuare sul camper. Le strutture mobili potrebbero già fare capolino nei sette ambiti alla fine della prossima settimana.
«Lo screening rappresenta un momento importante per verificare in via straordinaria la salute pubblica della popolazione che risiede nel territorio – aggiunge il commissario Asp – Avremo un quadro aggiornato. Le condizioni di emergenza in cui vivono le persone nelle baracche non è purtroppo una scoperta di oggi. Già nel 2008 l’Asp aveva preparato una relazione. E ricordo che anche il prefetto Francesco Alecci se n’era occupato». Nel settembre 2007 aveva inviato una lettera all’allora sindaco Francantonio Genovese sulla situazione di Fondo Fucile. Si evidenziava una situazione che necessitava di immediati interventi. A confermarla anche le relazioni del comandante dei vigili del fuoco e del direttore dell’ufficio del genio civile, Arpa e Ausl. Il prefetto trasmise anche gli atti in procura, ma tutto restò fermo.
«Lo screening che ci apprestiamo a effettuare assume un ruolo fondamentale in vista della richiesta della dichiarazione d’emergenza che la Regione sottoporrà al Consiglio dei Ministri – conclude Sirna -. Tale dichiarazione deve avere i suoi presupposti anche in una condizione di oggettiva criticità igienico-sanitaria».
La presenza di amianto all’interno delle baraccopoli fa alzare il livello di allarme. Il rischio di contrarre l’asbestosi, il tumore che viene a causa dell’inalazione delle polveri di amianto, non è infatti così remoto. C’è già un caso certificato tra i residenti di Fondo Fucile, come accertato lo scorso 28 agosto dal reparto Malattie dell’apparato respiratorio dell’ospedale Papardo.