Scompare dall'offerta della sagra l'inedita variante, vera novità di quest'anno. L'avvertimento per gli organizzatori è stato chiaro: in ballo c'era il patronicinio e il contributo economico. «Difendo la salute dei cittadini», dichiara Giampiero Modaffari
San Cataldo, sindaco contro l’arancina alla canapa «Battaglia di civiltà, pronto a informare la questura»
A San Cataldo in questi giorni si sta combattendo una battaglia sull’arancina. Non sul genere grammaticale, come più volte accaduto nel resto della Sicilia, ma su cosa contiene all’interno. L’oggetto del contendere è infatti è la possibilità che il condimento possa essere a base di canapa. «Non sarà possibile presentare la novità culinaria della terza sagra dell’arancina 2018, l’arancina alla canapa – si legge in un comunicato diffuso ieri – per la quale abbiamo ricevuto apprezzamenti da più parti. Inoltre alcuni operatori locali si erano già messi all’opera per creare un prodotto di qualità da far conoscere oltre le mura sancataldesi».
Motivo? Non piace al sindaco Giampiero Modaffari. L’arancina in questione, creata con farina di canapa, scompare dunque dall’offerta della sagra, che si terrà comunque l’8 e il 9 settembre. Una vicenda che in realtà parte a luglio, come spiega lo stesso primo cittadino a MeridioNews. «Il Comune di San Cataldo ha fatto un’ordinanza sindacale in cui, per principio di precauzionalità e tenendo conto del parere del consiglio superiore di sanità e della legge 142 del 2016, art.5, che prevede un limite di Thc negli alimenti derivanti da canapa, si impedisce di poter commercializzare questi prodotti». Solo che l’ordinanza era relativa a un altro caso: un bar dove si potevano acquistare le infiorescenze di cannabis light 24 ore su 24 (come in migliaia di altri casi similari in tutta Italia) si era visto sospendere le autorizzazioni in seguito all’esposizione dell’insegna che prometteva l’apertura a breve. In quel caso, dopo anche le proteste del parroco il caso era approdato in consiglio comunale. In quella sede il primo cittadino aveva esposto la propria visione e aveva reso noto l’ordinanza con la quale, di fatto, si impedivano nuove aperture di negozi che diffondono cannabis light e derivati della canapa.
E mentre il titolare dell’attività si è rivolto al Tar, la sagra dell’arancina meditava intanto di lanciare una novità: una palla di riso coi semi di canapa, dai quali si ricavano farina e olio, che non contengono THC, anche quelli che provengono dalle piante con un principio attivo superiore ai limiti di legge. «L’equivoco è tutto qui – spiega l’organizzatore Ubaldo Scarantino – una cosa è la cannabis light (le infiorescenze), un’altra sono i semi che non contengono alcun principio psicotropo. La nostra caratteristica è l’arancina agli spaghetti creata da Gaetano Campisi. Quest’anno avevamo pensato di provare l’arancina alla canapa per attirare gente da fuori. Ci stavamo lavorando, poi è arrivato l’intervento del sindaco che ci ha comunicato che se fossimo andati con la nostra iniziativa il Comune avrebbe tolto il patrocinio e il contributo, che non è certo una grande somma ma che per una piccola organizzazione come la nostra è importante. Insomma: ogni ficatuddi di mosca fa sostanza. Ecco perchè abbiamo scelto di rinunciare». Una versione sostanzialmente confermata anche da Modaffari: «La sagra dell’arancina rientra tra le iniziative dell’estate sancataldese, che prevede il nostro patrocinio. Ho mandato una nota in cui ho fatto presente che la nostra posizione sulla canapa è ben nota. Ho comunicato che se vogliono continuare possono farlo, ma allora mi vedrò costretto a togliere il patrocinio, cioè la possibilità di utilizzare il logo. E mi farò carico di comunicare alla questura e all’Asp questa iniziativa. Nel giro di otto ore ho avuto la risposta da parte dell’organizzazione, che mi ha confermato che nel rispetto della normativa vigente sarà vietata la diffusione dell’arancina alla canapa».
Se le versioni concordano non succede altrettanto, ovviamente, sulle considerazioni attinenti. «Alla fine la vicenda sta diventando virale – commenta Scarantino – ci dispiace per il sindaco. Credo che sia un caso unico in Italia, che io sappia non ci sono altri divieti così estensivi sull’utilizzo della canapa. È una crociata. Voglio informare il sindaco che i semi di canapa sono pure nel mangine dei canarini: vieterà pure quelli? Noi nei giorni scorsi abbiamo organizzato un convegno a livello nazionale sulla canapa, a cui il sindaco non ha partecipato». E sul fatto che San Cataldo possa diventare l’unica cittadina in Italia a vietare gli utilizzi legali della canapa, sia per uso alimentare che commerciale, il primo cittadino mantiene ferma la rotta. «Può anche darsi – risponde – ma io sull’argomento ormai penso di essere un esperto. A Macerata ad esempio è successo un fatto simile. Rischio di essere l’unico ma sono convinto che questa è una battaglia di civiltà che va fatta. E sono pronto anche a tornare sulle mie idee, se qualcuno mi dimostra che l’uso della canapa non fa male. In questo momento però c’è un parere del consiglio superiore di sanità che dice che bisogna mettere in atto tutto quello che serve per impedire la vendita».
C’è da aggiungere che la ministra della Salute Giulia Grillo a giugno aveva gettato subito acqua sul fuoco e in un’intervista a La Stampa aveva dichiarato che «non c’è alcuna emergenza» e che «il divieto di vendita sarà tutta da valutare alla luce di reali prove di nocività». Osservazioni alle quali Modaffari ribatte, sostenendo che «ha detto comunque che chiederà altri pareri e se si prendono le dichiarazioni del ministro Fontana ci si accorge della posizione del governo». Il ministro Fontana, però, è ministro senza portafoglio e con un dicastero, quello della Famiglia e della disabilità, poco attinente al tema in questione. E a detta di molti è considerato la figura più oscurantista del governo Lega-5stelle. Già il primo giugno Il Post, ad esempio, lo aveva etichettato come «il ministro più a destra». Questioni che non sembrano interessare più di tanto Modaffari: «Qui a San Cataldo c’è un sindaco che tiene alla salute dei cittadini, fino a quando non avrò certezze, che mi daranno gli organi preposti, cercherò di tutelare la salute di tutti, giusto o sbagliato che sia».