Due decreti dell'Agenzia del patrimonio tolto alla criminalità organizzata assegnano all'ente circa quattromila metri quadrati di terreni e la metà di un immobile nella zona di Miscarello. Un'opportunità per fare spazio alle associazioni locali secondo il primo cittadino Angelo D'Anna
Giarre, beni confiscati alla mafia vanno al Comune Sindaco: «Mai accaduto finora, avranno fini sociali»
«Per la prima volta, il Comune di Giarre ha ottenuto l’assegnazione di beni confiscati alla mafia». È soddisfatto il sindaco del Comune etneo, Angelo D’Anna, per la notizia dei due decreti – emessi lo scorso 12 luglio dall’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – di assegnazione e trasferimento al patrimonio indisponibile del Comune giarrese di terreni e di un immobile confiscati alla mafia nel giugno 2016. L’ente, inoltre, è stato inserito anche nella piattaforma per ottenere l’assegnazione di beni mobili confiscati ai mafiosi.
Si tratta nel dettaglio di circa quattromila metri quadrati di terreni, di metà di un immobile (complessivamente di 51 metri quadrati) composto da due vani e mezzo e di altre piccole parti di appezzamenti nella zona collinare della frazione Miscarello. Nessuna precisazione ulteriore sulla localizzazione dei beni per evitare che possano essere oggetto di occupazioni abusive o altri atti da parte dei precedenti proprietari o di persone a loro vicine. «Sono beni in comproprietà di cui al Comune – precisa il primo cittadino – spetta una parte che verrà stabilita con precisione da un funzionario dell’agenzia nazionale che verrà qui prossimamente. Nostro compito sarà quello di metterli nelle condizioni di poterli adoperare per finalità sociali, al massimo fra sei mesi o un anno».
È con una delibera di giunta comunale, approvata alla fine dello scorso mese di dicembre, che è stata approvata un’apposita manifestazione di interesse da parte dell’amministrazione per essere destinataria dei beni confiscati che ricadono sul territorio di pertinenza. «È un modo – spiega il sindaco – per contribuire a dare attuazione a un principio di legalità non solo teorico». Per rendere pratico il valore simbolico del riutilizzo degli averi tolti ai mafiosi, gli step successivi per il Comune giarrese saranno la consegna formale – in seguito alla definizione delle divisione – e una delibera con cui si specifichi l’utilizzo che si intende fare dei beni.
«Ancora è tutto da definire, ma certamente saranno finalità di natura sociale». Fra le ipotesi messe in campo dal primo cittadino, che intende affidare i beni ad associazioni attive sul territorio, c’è quella di creare degli orti urbani nei terreni e di fare della parte della piccola abitazione un punto di appoggio per le attività. I tecnici comunali sono già andati a fare un sopralluogo «e prossimamente ho intenzione di andare anche io a verificare lo stato delle cose», afferma D’Anna.
Intanto, oggi, il Comune è stato anche inserito nell’elenco della piattaforma che gestisce l’assegnazione di beni mobili confiscati alla criminalità organizzata. «Una strana e bella coincidenza di tempi – conclude soddisfatto il primo cittadino – che può dare all’ente, che spesso soffre per la carenza o l’usura dei mezzi che ha a disposizione, la possibilità di usufruire di autocarri, automobili, motoapi e mezzi di movimento terra per i quotidiani servizi comunali».