Due strisce di asfalto: il lungomare e la Statale. Questa è Santa Margherita, roccaforte del nuovo sindaco di Messina. Qui poco importa del ponte sullo Stretto o dell'indagine per evasione fiscale. De Luca è venuto ad ascoltare i loro problemi - asfalto, luci, turisti - e ha fatto il pieno di voti
Nei quartieri Sud, dove De Luca ha toccato l’85% «Vogliamo diventare come Santa Teresa di Riva»
«Io ci passo spesso in bicicletta da Santa Teresa di Riva e guardo le strade: oh, non c’è neanche una carta a terra. Non sembra nemmeno provincia di Messina». Santa Margherita, frazione alla periferia Sud della città dello Stretto, due strisce di asfalto corrono parallele alla lunga spiaggia di ghiaia: una è il lungomare, l’altra è la statale 114. L’asfalto, rabberciato o del tutto scomparso in alcuni tratti, reclama pietà. È questa una delle roccaforti del consenso di Cateno De Luca, eletto sindaco con il 65 per cento di voti, forte anche di quanto fatto proprio a Santa Teresa, Comune amministrato fino al 2017.
A Santa Margherita le preferenze per il deputato regionale (ormai dimissionario) hanno toccato l’85 per cento. «Io non votavo da tre anni, ma per Cateno l’ho fatto perché è il politico più onesto del territorio», spiega un uomo davanti al furgone che è il suo mezzo di lavoro. Tra questo grappolo di case De Luca è venuto più volte, ha bussato porta per porta, si è fermato nelle attività commerciali. Mentre camminiamo lungo la statale 114, qualcuno ci invita a entrare nei bar e chiedere del nuovo sindaco. «Certo che siamo contenti della vittoria – spiega un titolare, dietro al bancone – lo so che non potrà risolvere tutti i nostri problemi, ma a differenza degli altri è venuto, ci ha chiesto quali sono e ci ha ascoltati».
Da queste parti non interessano gli annunci di De Luca che garantiscono i titoli sui giornali: importa poco del ponte sullo Stretto, del tram sospeso, del casinò a Palazzo Zanca. Ancora meno si parla degli echi delle vicende giudiziarie (De Luca aspetta di sapere se verrà rinviato a giudizio per evasione fiscale). Qui quello che importa è dotare il lungomare di una nuova illuminazione, portare i lidi sul litorale, ripavimentare la nazionale. «Ogni luogo ha il suo sud e il suo nord, e anche Messina non fa eccezione», ci tiene a precisare il barista.
Ed è proprio a Sud che De Luca ha stravinto. Nella distribuzione del voto spiccano i quartieri della cintura meridionale: Giampilieri, Altolia, Briga Marina, Pezzolo, Santa Margherita, Santo Stefano Medio, Santo Stefano Briga, Galati Sant’Anna, Tipoldo, Tremestieri. Qui Cateno ha superato l’80 per cento delle preferenze. Nel complesso, sulle 254 sezioni di tutta la città, Bramanti è riuscito a vincere solo in due: in un seggio del Rione Aldisio (scuola elementare Ferraù) e in uno di Gazzi (scuola Albino Luciani). Per il resto è stato un plebiscito, un’onda di intensità sempre più forte man mano che si esce da Messina in direzione Catania.
Come se chi abita in questi quartieri abbia con maggiore forza riscontrato il lavoro (differenziata oltre il 70 per cento e assegnazione della bandiera blu sono i biglietti da visita) che De Luca ha svolto a Santa Teresa di Riva, lasciato ora in mano al suo delfino, Danilo Lo Giudice, che prenderà anche il suo posto all’Assemblea regionale siciliana. «De Luca il sindaco lo sa fare», è stato il messaggio martellante che il primo cittadino ha ripetuto in campagna elettorale. Al punto che a Santa Margherita guardano Santa Teresa di Riva, 15 chilometri più a Sud, come una piccola Svizzera siciliana. E sperano anche loro di diventare così. Grazie a Cateno.