Quella che è un'alleanza di governo a livello nazionale a Palermo si tramuta in occasione di scontro all'interno dei pentastellati. Forello ha criticato l'operato di Salvini, ed è stato ripreso da Gelarda. Che a sua volta è stato attaccato tra ieri e oggi dai colleghi, schierati con il capogruppo
M5s, gruppo consiliare contro Gelarda sui diritti umani «Se vuole andare con la Lega faccia pure, è più affine»
«Se Gelarda si sente rappresentato più dalla Lega che dal M5s passi pure al partito con cui è più affine, coerentemente con la sua storia politica. I diritti umani restano una priorità imprescindibile per il Movimento 5 Stelle». Si attendeva una parola chiara da parte del Movimento 5stelle palermitano in merito alle vicende del governo nazionale, che fino ad ora si è distinto per la preponderanza dei temi cari al ministro degli Interni Matteo Salvini. E la presa di posizione è arrivata, anche se rivolta più verso l’interno che verso gli Interni, in special modo verso quell’Igor Gelarda che all’interno del mondo pentastellato palermitano rimane sempre più isolato. A scrivere il post su Facebook ieri in serata è stato il consigliere comunale Antonino Randazzo, seguito questa mattina dallo collega Giulia Argiroffi.
Entrambi molto vicini a Ugo Forello, capogruppo al consiglio e che, sempre nella giornata di ieri, aveva anch’egli manifestato le proprie perplessità in merito all’andazzo nazionale. Con un lungo post dal titolo: «Prima di tutto, c’è il diritto di avere diritti e il senso di umanità». Nel quale Forello sottolineava come «sembra che la propaganda e gli spot, superficiali per definizione, abbiano preso il sopravvento» e che «non so se “alzare la voce paghi” e se il caso Aquarius sia stata una “vittoria” per qualcuno, ma per il popolo italiano è stato solo uno specchio per le allodole». Una presa di posizione salutata con favore anche da esponenti di Sinistra Comune – primo tra tutti l’ex assessore Giusto Catania – e che non è andata giù proprio a Gelarda. Il quale, come ormai da tempo, ha deciso di rispondere immediatamente a sua volta con una nota inoltrata alla stampa.
Gelarda ha ricordato a Forello che la scelta di chiudere i porti è stava avallata dal ministro delle Infrastrutture, in quota M5s, Danilo Toninelli e ha ribadito a sua volta come «queste parole sono anche un pessimo servizio al movimento perché dà l’idea che nel movimento un patto possa essere siglato e non rispettato». Insomma: il governo nazionale è diventato l’oggetto del contendere a Palermo. E quella che è un’alleanza in Italia rischia di diventare una scissione nel capoluogo siciliano. Alimentando le voci che vorrebbero la formazione di un possibile gruppo leghista in aula consiliare. Dove potrebbe esserci proprio Gelarda, “spinto” in un certo senso da quelli che sempre più appaiono come ex colleghi di partito.
Una frattura sempre più evidente, fatta anche di piccole ripicche e segnali. Come il fatto che alla conferenza stampa organizzata per questo pomeriggio dal M5s presso il proprio ufficio al Comune, sul disallineamento e sul tram, Gelarda sia rimasto all’oscuro. Il consigliere però non demorde. «Ho parlato coi referenti nazionali – dice – e loro mi spingono ad andare avanti, perchè rispecchio quella che è la linea nazionale. Resto nel M5s».