Un comitato di studiosi e appassionati ha preparato il progetto e studiato anche le linee di finanziamento per quello che sarà un racconto corale narrato tra le mura delle dodici cisterne monumentali progettate da Pier Luigi Nervi e rimaste protette da segreto militare per oltre 75 anni e che adesso potrebbero tornare a vivere
Il museo della seconda guerra mondiale prende forma «Ogni Paese sarà libero di raccontare la sua storia»
«Sarà il museo sulla seconda guerra mondiale più grande di tutto il Mediterraneo». Studiosi e appassionati che hanno unito le forze perché l’opera possa presto vedere la luce ne sono certi. Di sicuro se riusciranno nel loro intento sarà il più suggestivo, a cominciare dai luoghi che lo ospiteranno. Il Wwiimm (World war II memory museum), infatti, nella mente e nelle intenzioni dei membri del comitato composto apposta per l’occasione, sorgerà tra le mura delle cisterne monumentali che si trovano disseminate nel sottosuolo del parco della Favorita. «Si tratta di cisterne dall’incredibile valore architettonico» dice Giulia Argiroffi, intervenuta non nelle vesti di consigliera comunale, ma di architetta, di membro del comitato e di grande appassionata di Pier Luigi Nervi. Sì, perché a firmare il progetto delle cisterne è stato proprio il geniale ingegnere che negli anni Trenta realizzò alcune delle strutture tuttora più studiate in Italia.
«Nervi era un innovatore – prosegue Argiroffi – Molte delle tecniche utilizzate nella costruzione delle cisterne sono poi diventate dei brevetti esclusivi, come ad esempio la struttura in cemento armato delle mura». Le dodici cisterne del parco della Favorita sono rimaste segrete per 75 anni. Contenevano il carburante per gli aerei, fondamentale visto che dove ora sorge l’ippodromo della Favorita durante la guerra c’era una pista di atterraggio per dirigibili e dall’altra parte del monte, a Mondello, sorgeva il campo volo. Sono tutte collegate tra loro da cunicoli sotterranei in cui un tempo passava il carburante e da quando sono state realizzate, durante la seconda guerra mondiale appunto, ad oggi la loro esistenza è rimasta avvolta nel mistero e protetta da segreto militare. Si tratta di ambienti sotterranei di forma circolare dal diametro di circa 32 metri per un’altezza di 16 metri, tempestati di colonne che conferiscono loro un’atmosfera magica, nonostante non fossero state costruite per essere visitate.
Il progetto del museo verrà presentato ufficialmente il 9 giugno, ma è stato già studiato nei minimi particolari. Anche nelle more del finanziamento. Se da un lato infatti si è pensato a dei fondi stanziati dall’Europa, che ha per la memoria un capitolo spese molto corposo, dall’altro c’è l’idea di realizzare un museo in cui fare della narrazione corale. «Ogni Paese coinvolto nel secondo conflitto mondiale – spiega l’architetto Danilo Maniscalco – potrà allestire a spese proprie una sua cisterna in cui sarà libero di dare alla storia la propria lettura per la creazione alla fine di un grande percorso della memoria». Il comitato pensa di affidare ad ognuna delle potenze belligeranti la bonifica, la progettazione e la gestione di un padiglione tematico, per potere raccontare la “propria storia” della seconda guerra mondiale. Questo racconto corale, multiplo, restituirebbe al fruitore una prospettiva nuova, permettendo di immergersi e comprendere gli avvenimenti, per elaborare una sintesi personale del racconto soggettivo di ogni protagonista.
E nel progetto rientra anche la riconversione della Casermetta. Un ulteriore edificio, questa volta in superficie, firmato sempre da Pier Luigi Nervi che si trova in prossimità delle cisterne e che potrebbe diventare un centro di documentazione dei progetti militari dell’ingegnere, grande progettista e sperimentatore del suo tempo.