Dopo il laboratorio cittadino di ieri, una 50ina di associazioni provano a mettere su uno statuto per incidere sulle scelte del Comune in merito alla mobilità in città. Chiedono normativa certa, qualità e programmazione condivisa. «Dell'anello ferroviario finora è stato realizzato il 20 per cento» dice l'architetto Fabio Alfano
Quale Palermo, gli urbanisti scendono in piazza «Il tram non offre le dovute garanzie di qualità»
Un’intera giornata ad affrontare quella che definiscono «l’im-mobilità di Palermo», vale a dire i cantieri – passati, presenti e futuri – sui quali la giunta Orlando punta fortemente e che trasformeranno profondamente la città. Sono i docenti, i professionisti e i comitati di residenti e commercianti che nello spazio del Magneti Cowork hanno affrontato ieri la progettazione urbanistica della città: tram, anello e passante ferroviario, le rovine della città, gli spazi verdi.
Tante le critiche all’amministrazione ma anche proposte e rilancio di idee per superare lo stallo attuale. I politici locali, però, non si sono fatti vedere. L’unica a partecipare è stata Giulia Argiroffi, non in qualità di esponente del M5s bensì come tecnica, in quanto architetto e componente della commissione Urbanistica. Tra i fautori dell’incontro, che getta certamente le basi (almeno nelle intenzioni dei presenti) per future collaborazioni c’è Fabio Alfano, componente del comitato bene collettivo. Il punto di incontro poi è stato, non a caso, a piazza Castelnuovo: di fronte la nuova stazione dell’anello ferroviario, i cui lavori di realizzazione sono cominciati da poco e che non hanno, come altre stazioni, tempi certi.
«Era importante essere qui – dice l’architetto – perchè è emblematico di una serie di situazioni inaccettabili. A partire dal concorso del tram, che è ambiguo ed errato sia nelle premesse che nelle conseguenze. Non presuppone ad esempio il pums, il piano urbano della mobilità sostenibile, che è una sorta di piano regolatore della città. E non offre le dovute garanzie di qualità, specie per vie così importanti come via Roma e via Libertà, che da quel tram rischiano di essere segnate per sempre. Oppure si pensi a dove siamo ora, nella piazza più importante della città. Il progetto della stazione dell’anello ferroviario è mortificante. Parliamo comunque di un’opera di cui finora è stato realizzato il 20 per cento, e che ha più di 500 giorni di ritardo».
Il laboratorio cittadino al Magneti Cowork ha previsto poi uno spazio di interventi programmati che ha coinvolto anche molte organizzazioni civiche attive in città. Tutti all’insegna di un motto: così non si può andare avanti, serve un cambio di rotta. «Ogni giorno ce n’è una – sbotta Giovanni Margiotta, ex presidente dell’ordine degli ingegneri -. Un giorno è il ponte Oreto, un altro ancora è lo svincolo Perpignano, un altro ancora il collettore fognario o i lavori a piazza Camporeale, attualmente fermi. Noi al momento denunciamo, ma è chiaro che sono soluzioni tampone».
Ecco perchè i professionisti della mobilità a Palermo, insieme ai comitati di residenti e commercianti – in tutto una 50ina di associazioni, con l’idea di concretizzare richieste e suggerimenti in uno statuto – chiedono di essere semplicemente ascoltati dal Comune. «Vogliamo una normativa certa che garantisca qualità, programmazione condivisa, trasparenza degli atti» conclude Alfano.