I cittadini si riprendono i tesori di Cosa nostra. Case e terreni sono stati assegnati a diverse realtà associative del territorio che vogliono adesso creare info-point per l’orientamento scolastico e universitario, fattorie didattiche, centri aggregativi, ambulatori veterinari, sportelli di ascolto e centri di progettazione
Monreale, consegnati alle associazioni beni confiscati «Così si sconfigge il mito dell’invincibilità della mafia»
Stamattina all’interno del Palazzo di città del comune di Monreale si è svolta la cerimonia di consegna degli immobili confiscati alla mafia. Dentro la Sala Rossa il sindaco Piero Capizzi, accompagnato dal vicepresidente del consiglio comunale Mimmo Gelsomino e dal funzionario dell’ufficio Patrimonio Maurizio Milone, ha firmato il verbale di consegna dei beni a cinque associazioni che avevano partecipato al bando pubblico emesso dal Comune normanno.
I beni sono stati inseriti in precedenza nel patrimonio dell’ente con un decreto dell’Agenzia del Demanio. Il sindaco ha quindi proceduto all’istituzione di un ufficio speciale dei beni confiscati alla mafia, presieduto dal segretario generale, che ha provveduto a individuare i soggetti cui concedere i beni. L’assegnazione è avvenuta tramite un invito pubblico destinato a comunità, enti, organizzazioni di volontariato e a cooperative sociali.
All’associazione A Cavigghia sono stati consegnati due immobili che appartenevano ad Andrea Di Carlo. La presidente Federica Geraci, insieme agli altri soci, ha intenzione di farvi nascere uno spazio che possa diventare un punto di riferimento per il contrasto alla dispersione scolastica e universitaria, garantendo servizi di informazione per l’orientamento agli studi, di assistenza agricola e consulenza legale e di progettazione. Due villette confiscate ad Angelo Reres sono state consegnate all’associazione Co.Net Sicilia, che vuole realizzare un centro aggregativo internazionale che sia un punto di riferimento per viaggiatori indipendenti e per gli Youth Works coinvolti nei progetti di mobilità internazionale. «L’obiettivo – spiega Marco Sucameli, rappresentante della Co.Net Sicilia – è quello di far conoscere ai viaggiatori i luoghi simbolo della storia di Cosa nostra e della lotta antimafia».
C’è poi l’associazione A.s.fa. Sicilia, che ha ottenuto l’assegnazione di una villa confiscata a Giuseppe Caramazza. L’immobile è destinato a diventare un polo di assistenza per 250 famiglie disagiate. All’associazione Ager è stato invece assegnato un villino a San Martino delle Scale che apparteneva a Vito Priolo. Qui sorgerà un centro di aggregazione e di incontri. Ad Agrisocial sono stati affidati un lotto di terreno occupato da un immobile confiscato ad Antonino Zacco, una villa confiscata a Giuseppe Caramazza, una unità immobiliare confiscata a Girolamo Liotta e due terreni confiscati a Bartolomeo Cascio. In questi terreni dovrà nascere un centro polivalente legato all’agricoltura, all’educazione e alla sostenibilità.
«Assegnando questi beni – ha dichiarato il sindaco Capizzi – affermiamo in modo concreto e visibile il principio di legalità proprio nei luoghi in cui la mafia aveva imposto il suo potere. Si sconfigge così il falso mito dell’invincibilità della criminalità perché si dimostra che anche le ricchezze della mafia sono colpite dall’azione dello Stato».