Dopo la direzione della scorsa notte, sono diverse in Sicilia le voci di chi non accetta candidature che definisce imposte. «Non solo ci hanno messo la Cardinale, ma anche gli altri nomi non hanno radicamento», denuncia il segretario nisseno. Mentre l'ex governatore annuncia battaglia: «È in corso un processo di restaurazione»
Pd, esclusi in rivolta: a Caltanissetta chiudono circoli Crocetta: «Neanche la destra avrebbe fatto certi nomi»
Liste chiuse nel Partito democratico, ma le scelte della direzione nazionale lasciano profonde spaccature anche in Sicilia. «È in corso un processo di restaurazione e di vera e propria epurazione di ogni dissenso», scrive l’ex governatore Rosario Crocetta, rimasto escluso dai candidati alle elezioni Politiche del 4 marzo, così come gli altri siciliani – Beppe Lumia e Giuseppe Antoci – dell’area che fa riferimento al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano. Ma il governatore uscente non è l’unico a promettere battaglia. I toni sono ancora più accesi dalle parti di Caltanissetta dove, dopo le forti denunce in campagna elettorale, non accettano la candidatura di Daniela Cardinale (figlia del leader di Sicilia Futura, Salvatore) come capolista del collegio plurinominale per la Camera, un posto che le assicura con discreta certezza un seggio in Parlamento. «Non faremo campagna elettorale – spiega Renzo Bufalino, segretario provinciale dei dem nisseni – ma non ci fermeremo qui: alcuni circoli chiuderanno battenti».
Sarà difficile spiegare in alcuni territori i motivi di determinate scelte all’interno del centrosinistra. E Crocetta sembra intenzionato a mettersi alla testa del fronte rivoluzionario. «L’obiettivo era farmi fuori e per farlo si sono suicidati alle Regionali e continuano a farlo», dichiara a MeridioNews. Sul suo profilo Facebook scrive: «Nessun risentimento, abbiamo a scelto la politica per servizio – scrive l’ex governatore sul suo profilo Facebook -. Nessuna sorpresa sulle liste Pd: è andata come avevo previsto. Non sarà certamente la vicenda delle candidature a farci rinunciare alla politica. Saremo presenti in campagna elettorale, con il nostro Megafono, nelle piazze di tutta la Sicilia per denunciare il processo di restaurazione in corso e di vera e propria epurazione di ogni dissenso. Faremo un’operazione verità. Per martedì annuncio una conferenza stampa. A cose fatte». E, sollecitato, rincara la dose: «Vecchi poteri si fanno largo, neanche il centrodestra avrebbe avuto il coraggio di presentare certi candidati, il Pd è diventato un’altra cosa»
Chi il territorio non intende proprio batterlo nel prossimo mese sono i militanti del Pd nisseno. Una settimana fa, dopo la direzione regionale dei dem, il segretario Fausto Raciti si è impegnato ad ascoltare i referenti provinciali. Proposta che aveva registrato l’approvazione anche della base di Caltanissetta che aveva intravisto la possibilità di portare la propria istanza al momento della definizione delle liste. Ma così, alla fine, non è stato. «Non solo ci hanno imposto Daniela Cardinale – attacca Bufalino -, ma anche gli altri nomi nei nostri collegi non hanno alcun radicamento col territorio o non fanno parte del Pd». Il riferimento è a Grazia Augello, vicesegretaria dell’Udc a Caltanissetta, scelta come candidata di tutto il centrosinistra nel collegio uninominale di Gela. «Non la conosciamo – commenta il segretario dem – so solo che alle Amministrative di Caltanissetta ha preso 150 voti». L’altro nome non gradito alla base locale è quello di Angelo Fasulo, ex sindaco Pd di Gela, adesso candidato al Senato nel collegio uninominale che racchiude tutta la provincia nissena. «Lui non è più iscritto al partito, ma rimane molto legato al sottosegretario Faraone, evidentemente prevalgono i rapporti di fedeltà personale».
Lunedì pomeriggio a Caltanissetta, nella sede della federazione provinciale, si riuniranno tutti i circoli della provincia, in autoconvocazione. «Dobbiamo decidere che azioni intraprendere – sostiene Bufalino – le ipotesi vanno dal disimpegno alla chiusura dei circoli. Qualcuno, come quello di San Cataldo, in realtà chiuderà oggi stesso per protesta. Noi però non ce ne andiamo dal Pd, è casa nostra, piuttosto aspettiamo che siano Renzi e Faraone e dimettersi il 5 marzo».
Intanto, però, c’è già chi – pur essendo stato designato candidato – si tira fuori in segno di protesta per quanto accaduto la notte scorsa. Il ricercatore della Svimez, Giuseppe Provenzano, su Facebook ha infatti annunciato il rifiuto della candidatura: «Stanotte, in direzione del Pd, dopo una giornata gestita in modo vergognoso dai suoi vertici, ho appreso di essere stato inserito nella lista plurinominale di Agrigento-Caltanissetta, al secondo posto (una posizione eleggibile, secondo la segreteria) dopo l’onorevole Daniela Cardinale, figlia di. Ho ringraziato, ma ho declinato». Provenzano è poi andato avanti attaccando direttamente la figlia dell’ex ministro Totò Cardinale: «Non credevo che, nel 2018, al Sud ci si dovesse impegnare ancora per l’abolizione dell’ereditarietà delle cariche pubbliche, principio sancito ormai secoli fa. Contro questa ricandidatura – frutto non delle capacità dell’onorevole ma delle pratiche trasformiste del padre – si era espresso, con proteste coraggiose e molto partecipate, il Pd dell’intera mia provincia d’origine. Per me quella terra vuol dire molto, soprattutto una cosa: la dignità. Io ho avuto rispetto di questa battaglia, contro questo residuo di feudalità. Così – conclude – stanotte ho preso la parola per togliermi dalla lista e spiegare le mie ragioni. Se me lo avessero chiesto, l’avrei detto prima: preferirei di no».