LItalia è al terzultimo posto in Europa nella conoscenza delle lingue straniere. Ma quando se ne parla, le istituzioni rispondono con indifferenza o irrisione, continuando intanto a sottrarre risorse, spazi e strumenti. Ecco il testo indirizzato al presidente della Repubblica, che è possibile firmare anche online
Studio delle lingue, il testo della petizione
Petizione al Presidente della Repubblica
On. Giorgio Napolitano
p.c.
al Presidente del Senato
al Presidente della Camera dei Deputati
al Presidente del Consiglio
al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
al Presidente del Consiglio Universitario Nazionale
al Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane
al Rettore dell’Ateneo di Catania
Signor Presidente,
in tante occasioni Ella ha mostrato consapevolezza della difficile situazione che il Paese attraversa e attenzione, in particolare, al malessere dei giovani in cerca di una occupazione, di una strada, di un futuro.
Le cronache degli ultimi mesi hanno indicato all’opinione pubblica due diverse e complementari aree di crisi: da una parte il grave disagio dell’Università e della Scuola italiane, afflitte da mali che certo non troveranno sollievo nei drastici tagli che sono stati e saranno loro inflitti, e dall’altra una devastante crisi economica e sociale della quale non si scorge la fine. A Lei non sarà sfuggito il nesso fra i due fenomeni, quel nesso che tanti rifiutano di vedere: solo la salvaguardia e lo sviluppo di specifici filoni di formazione culturale e professionale, solo la ricerca e l’innovazione possono offrire al Paese le energie, le idee e le persone necessarie a programmare nuove strategie di uscita dalla crisi industriale, finanziaria e sociale che permettano all’Italia di essere competitiva in Europa e nel Mondo. In questa prospettiva, fra i gravissimi ritardi da superare c’è quello relativo alla conoscenza delle lingue e delle culture moderne.
I dati sono sconfortanti. In Italia, quanto alla conoscenza delle lingue straniere, si registra un ritardo storico: in Europa siamo al terzultimo posto. Il 50% degli Italiani afferma di possedere in fatto di lingue straniere una preparazione scolastica, il 24% buona e solo il 7% molto buona. Più del 30% degli alunni chiude l’anno scolastico con debiti nella conoscenza della lingua straniera. L’Italia ha disatteso in modo grave le indicazioni della Convenzione di Lisbona e non ha messo in campo strategie per attuare il plurilinguismo come richiesto.
Eppure proprio il possesso sicuro delle lingue e delle culture straniere consentirebbe una serena gestione dei conflitti fra identità separate all’interno di comunità multietniche; aprirebbe alla comunicazione internazionale le imprese di ogni dimensione e campo; garantirebbe la più libera circolazione dei saperi e delle persone.
A fronte di tante opportunità per i destini dei singoli e del Paese tutto –prospettive preziose che il corretto apprendimento delle lingue straniere potrebbe offrire –, a fronte dei richiami che dall’Europa ci giungono per il rilancio di un sapere riconosciuto indispensabile allo sviluppo di ogni società civile, cosa oppongono le istituzioni italiane? Infastidita indifferenza se non esplicita irrisione, aggravata dalla ipocrisia di dichiarazioni di sollecita attenzione che di fatto ricoprono la sostanziale e sistematica sottrazione di risorse, spazi e strumenti da dedicare all’insegnamento delle lingue straniere.
Si rende dunque indispensabile rilanciare con vigore una discussione pubblica che coinvolga i giovani, le famiglie, il mondo tutto della Scuola, dell’Università, della cultura e dell’economia, sulla necessità di potenziare l’asse formativo linguistico-culturale.
Signor Presidente rivolgiamo a Lei il nostro appello fiduciosi che Ella vigilerà a che
– nelle scuole di ogni ordine e grado vengano ampliate le quote orario destinate all’apprendimento della lingua inglese e di una seconda lingua comunitaria al fine di promuovere il plurilinguismo ovvero l’apprendimento di almeno due lingue comunitarie oltre alla lingua madre;
– nella riorganizzazione della governance prevista dalla legge di riforma Gelmini per l’Università sia dato massimo spazio all’asse formativo linguistico-culturale e in particolare in ogni ateneo siano rafforzati i dipartimenti, le scuole o facoltà che assicurano i corsi di laurea in lingue, letterature e culture straniere, perché cresca e il numero assoluto dei corsi stessi e la relativa numerosità studenti, e sia dunque garantita ed allargata la possibilità dei giovani diplomati di iscriversi e frequentare corsi di lingua straniera;
– una attenzione specifica sia rivolta alla istituzione di corsi relativi alle lingue del vicino e remoto oriente, ovvero le lingue di quei Paesi che per la posizione geografica sulle rive del Mediterraneo o per il ruolo svolto sui mercati internazionali risultano oggi particolarmente significativi per la crescita economica e industriale dell’Italia e per lo sviluppo del dialogo politico e culturale fra le Nazioni;
– si proceda con urgenza alla revisione della legislazione vigente sui lettori di scambio e sui collaboratori linguistici, affinché sia tutelata e rafforzata la presenza di queste figure qualificate e delle loro competenze, insostituibili nella formazione nello studente di lingue e culture straniere;
– venga messa in opera una politica di sostegno e finanziamento ai Centri Linguistici Multimediali di Ateneo, perché tutti gli studenti universitari, indipendentemente dal corso di laurea frequentato e dal percorso formativo e professionale scelto possano usufruire di un accurato insegnamento di Lingua Straniera, indispensabile a rendere il loro titolo di studio effettivamente spendibile sulla scena internazionale;
– sia potenziata con politiche specifiche e risorse adeguate la mobilità di studenti, docenti e ricercatori, in vista dell’obiettivo fissato dal Processo di Bologna per il 2020 (20% dei laureati dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore con esperienze di mobilità) e di quello comunitario di 3.000.000 studenti Erasmus nel 2013 nell’ambito del Lifelong Learning Programme (LLP);
– sia avviato un piano di investimenti per lo sviluppo di una edilizia universitaria per l’accoglienza dei flussi di studenti, docenti e ricercatori che giungono nelle Università italiane nell’ambito dell’attuazione dei programmi di scambio e di una reale, libera e vivace circolazione dei saperi;
– perché al fine di una crescita significativa della quantità e della qualità delle relazioni internazionali nell’ambito della produzione industriale, del turismo, del commercio e dei servizi sociali, le imprese e gli enti locali del nostro Paese si dotino tutti, con appositi bandi, del supporto insostituibile di esperti linguistici, nell’ottica e della mediazione linguistica e culturale e della traduzione e dell’interpretariato.
Signor Presidente, accolga questo appello affinché le giovani generazioni che si rivolgono alla Scuola e alla Università per trovarvi gli strumenti atti alla costruzione del proprio futuro e alla edificazione della loro identità di cittadini dell’Europa e del Mondo non restino deluse.
24 gennaio 2011
Per firmare la petizione online clicca qui
Per i dati sullo studio delle lingue straniere citati nella petizione:
Eurydice-Le cifre chiave dell’istruzione in Europa2009
Cifre chiave dell’insegnamento delle lingue a scuola in Europa 2008
Lingue d’Europa Eurobarometro2008
Europeans and their languages 2006