Duomo, riunione e tensioni fra occupanti e polizia  «Strappati i nostri striscioni». Trattative in stallo

Quel che appare chiaro è che, più presto di quanto possa sembrare, una svolta sulle proteste in Cattedrale, a Catania, dovrà arrivare. La festa di Sant’Agata è alle porte ed è ormai da due mesi che decine di occupanti in cerca di «casa e lavoro» stazionano sul sagrato e persino dormono al Duomo. Il precario equilibrio tra le parti sembra però sempre più sul punto di saltare: prova ne è che, stamane, al termine di una riunione a palazzo dei Chierici fra i rappresentanti delle famiglie e l’amministrazione comunale, si sia passati alle vie di fatto.

Stando alla ricostruzione dei manifestanti, l’esito dell’incontro sarebbe stato fallimentare, con il Comune fermo sulla promessa di tirocini da qualche centinaio di euro, senza le immediate garanzie sugli alloggi reclamate dagli occupanti. Una quarantina di persone provenienti dai quartieri periferici Pigno, Librino e San Giorgio che non avrebbero neppure un tetto sulla testa. Che da settimane affidano, oltre che alla stampa, le loro proteste anche a striscioni di lenzuola che fino a ieri tappezzavano il perimetro della chiesa più importante di Catania. 

«Ieri li abbiamo tolti dopo che ci era stato promesso dalla Digos un incontro con prefetto e sindaco – spiega a MeridioNews uno degli occupanti subito pochi momenti dopo l’accaduto – Oggi invece Francesco Marano (capo dello staff del sindaco Enzo Bianco, ndr) e l’assessore al welfare Fortunato Parisi ci hanno parlato dei tirocini formativi. Usciti delusi dalla riunione abbiamo deciso di rimettere gli striscioni». A quel punto la polizia è intervenuta in prima persona: «Quattro agenti hanno strappato e portato via gli striscioni, procedendo poi all’identificazione di alcuni occupanti – racconta ancora l’uomo – Ci hanno spiegato che ogni volta che li rimetteremo loro li toglieranno». 

Uno dei punti di riferimento del gruppo, Daniele Di Stefano, è stato condotto in questura dalla Digos assieme alla moglie. Il parroco del Duomo, monsignor Barbaro Scionti, aveva finora sempre ribadito di non volersi spingere a chiedere lo sgombero del presidio. «Gli striscioni magari li mettiamo in un posto diverso – aggiunge l’occupante – ma resteremo qui anche per Sant’Agata»

Dopo i faccia a faccia della mattinata, il gruppo rientra in cattedrale attraverso la sacrestia. La tensione è palpabile così come le preoccupazioni di uomini e donne in protesta. Si mormora sulla paura che «qualcuno possa toglierci i bambini, il Comune e gli assistenti sociali dicono così». Poi giornalisti e curiosi vengono fatti uscire dal personale della cattedrale. Inizia un incontro tra rappresentanti ecclesiastici ed occupanti, cui prende parte anche il presidente della Comunità di Sant’Egidio catanese, Emiliano Abramo.


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