Nucleare: il peso del lobbying

Da qualche settimana a questa parte assistiamo ad una campagna mediatica sull’energia nucleare sponsorizzata dal “Forum nucleare”.

L’intento è quello di invitare la cittadinanza italiana ad approfondire il tema dell’energia nucleare e la relativa costruzione di centrali in Italia. A distanza di qualche giorno è stato pubblicato su Youtube un filmato alternativo a quello che gira in televisione e sul web.

Per ogni filmato abbiamo due semplici voci che cercano di dare due punti di vista diversi e contrari. Apparentemente. Se ascoltiamo con attenzione il primo filmato, possiamo osservare come anche un semplice particolare “paraverbale” come il tono di voce sembra “appoggiare” la voce pro-nucleare. Anche la voce pro-nucleare che viene messa dopo quella contro ha un tono rafforzativo quasi a dire “vedi, quello che dici è giusto ma il mio punto di vista è più corretto”.

Di contro, il secondo filmato ribalta totalmente la situazione. La posizione contro il nucleare risponde a quella pro e viene messa in un’ottica più conveniente rispetto al punto di vista a favore delle centrali. Da notare come la posizione contro abbia un tono molto più basso quasi sottovoce.

Interessante la chiusura di entrambi i filmati: corretto l’invito agli “indecisi” nel prendere posizione, dubbio il fatto che a farlo è la voce della posizione pro-nucleare sia nel primo che nel secondo filmato.

Sappiamo che il primo filmato è ad opera di un comitato di aziende italiane ed internazionali legate al mondo dell’energia. Forum Nucleare Italiano, appunto. Il Forum Nucleare Italiano (prendo in prestito le parole direttamente dal loro sito) è un’associazione no-profit (sarebbe più corretto dire non profit) che vuole contribuire, come soggetto attivo, alla ripresa del dibattito pubblico sullo sviluppo dell’energia nucleare in Italia. E’ chiaro che alle spalle del Forum ci stanno colossi dell’energia italiana ed internazionali ed l’associazione è organizzata per svolgere attività di lobbying.

Le attività di lobbying servono a vincere il gioco delle influenze sul sistema impresa agendo su pre-mercato e mercato. E’ un’attività di relazioni pubbliche che in Europa soprattutto (dove c’è un timido tentativo di regolamentazione soltanto a partire dal 2008) viene bollata come “persuasione occulta”, “propaganda”, “lavaggio del cervello” e chi più ne ha più ne metta ma se andiamo negli Stati Uniti d’America (dove già nel 1787 si ha il diritto di rivolgersi al governo per una “esplicitazione di lamentele”) vediamo come tale attività sia al contrario un’azione consapevole e ordinata nel tempo condotta nel rispetto delle leggi vigenti che si propone di influenzare il processo decisionale pubblico a tutti i livelli e che sviluppa sistemi di relazione diretta (Relazioni Pubbliche, B. Facchetti e L. Marozzi, Il Sole 24 Ore, 2009).

Con le parole di J.F. Kennedy diremmo: “I lobbisti sono quelle persone che per farmi comprendere un problema impiegano dieci minuti e mi lasciano sulla scrivania cinque fogli di carta. Per spiegarmi lo stesso problema, i miei collaboratori impiegano tre giorni e decine di pagine”.

Quindi, un’azione di lobby è sia quella degli industriali che vogliono l’impianto nucleare che quella degli ambientalisti che propongono una visione alternativa ai primi. Qui sarà importante argomentare interessi generali, dimostrare la convergenza tra interessi di parte e generali e trasferire informazioni utili e credibili.


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