La Dda di Catania ha coordinato un'indagine che ha portato all'arresto di due donne nigeriane, accusate di essere al centro di una tratta di esseri umani provenienti dalla Nigeria. Le giovani venivano sottoposte al rito dello ju-ju e, qualora si ribellavano, minacciate di ritorsioni. Le indagate si trovavano a Roma e Bergamo. Guarda il video
Migranti costrette a prostituirsi tramite riti esoterici Arrestate due madame, viaggi partivano dalla Nigeria
Avrebbero reclutato ragazze per indurle alla prostituzione attraverso riti magici con cui intimidivano le vittime e le loro famiglie. A rivolgere l’accusa è la Direzione distrettuale antimafia di Catania, che ha posto in stato di fermo due donne nigeriane residenti a Roma e Bergamo. Si tratta di Maris John, 37enne conosciuta con il nome di Anita, e Jessica Usanan, 29enne chiamata Jennifer.
Entrambe sarebbero coinvolte nella tratta di esseri umani che dalla Nigeria portava in Italia, attraverso la Libia. Stando alla ricostruzione degli inquirenti, le due, facendo leva sullo stato di bisogno delle vittime, le convincevano a partire per l’Europa dove avrebbero trovato un regolare lavoro. Prima di lasciare il Paese, però, venivano sottoposto al rito dello ju-ju, che le impegnava a pagare la somma di 25-30mila euro alla propria madame. Se il caso lo richiedeva, alle credenze esoteriche si aggiungevano le minacce di ritorsioni nei confronti dei familiari rimasti in Nigeria e delle stesse ragazze costrette a prostituirsi.
Le indagini sono scattate in seguito a una serie di sbarchi avvenuti nel porto di Pozzallo, nel Ragusano, tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. Arrestate dalla polizia, i gip dei Tribunali di Roma e Bergamo hanno convalidato i fermi, disponendo il trasferimento in carcere.