Secondo la vicepresidente dell'associazione Zic-Re industria, che accoglie una trentina di aziende che lavorano alla periferia di Catania, la rete dell'Irsap (ente regionale che si deve occupare dell'area) non basta a soddisfare il fabbisogno di tutti. Motivo per il quale è stata chiesta una conferenza dei servizi
Zona industriale, aziende lanciano allarme su acqua «Fornitura idrica insufficiente, allacci troppo costosi»
La zona industriale di Catania, da anni, è in stato di abbandono e degrado. Ma «se le facessi l’elenco di tutti i problemi che investono quest’area, la nostra risulterebbe una polemica sterile», afferma Livia Magnano di San Lio, vicepresidente di Zic–Re Industria. Per questo, l’associazione che raggruppa circa trenta aziende della zona industriale etnea (tra le quali quella di Magnano di San Lio) ha deciso di chiedere un confronto con le Istituzioni su quello che considera il più urgente dei problemi: l’emergenza idrica.
«La fornitura di acqua a uso industriale proveniente dalla rete Irsap non riesce a soddisfare il fabbisogno di tutte le imprese allacciate – si legge nell’appello rivolto agli Enti locali e regionali -. Alcune aree sono coperte da forniture a intermittenza, in particolare nella stagione estiva, mentre esistono casi di aziende che pur essendo allacciate non ricevono acqua né d’estate né di inverno». La richiesta degli imprenditori, nell’immediato, è quella di indire una Conferenza di servizi sull’emergenza idrica nella zona industriale di Catania e l’appello è stato rivolto alla prefettura di Catania, alla presidenza della Regione Siciliana, all’assessorato alle Attività produttive, all’Irsap, al Comune di Catania e alla Sidra.
«L’Irsap è un ente fantasma – denuncia Magnano – . È stato istituito da una Legge regionale nel 2012 con l’onere di gestire al cento per cento la manutenzione delle zone delle aree industriali della Sicilia, ma esiste solo sulla carta». Perché, pur avendo i suoi dipendenti e delle cariche «non è finanziato». Per quanto riguarda il fabbisogno di acqua potabile il Tusl (Testo unico sicurezza sul lavoro) prevede che nei luoghi di lavoro o nelle loro immediate vicinanze debba essere messa a disposizione dei lavoratori acqua in quantità sufficiente, tanto per uso potabile quanto per lavarsi. «A oggi, solo le grandi aziende (Sibeg, Ikea, St) riescono a sostenere gli esosi oneri di allaccio alla rete potabile Sidra – spiega la vicepresidente di Zic –Re Industria – Altre, invece, sono costrette a ricorrere a costanti forniture di acqua con autobotte, ma non tutte le aziende possono permettersi queste spese».
Gli imprenditori si aspettano adesso che le Istituzioni informate si attivino per organizzare la Conferenza di servizi richiesta e che «si facciano carico di questo problema – sostiene Livia Magnano di San Lio -. Abbiamo già proposto la soluzione che riteniamo possa rivelarsi più efficace. Vorremmo che a occuparsi della gestione della rete idrica fosse la Sidra, che si è già detta disponibile, per questo è stata invitata formalmente a partecipare alla Conferenza».