Ora spetta alla Regione siciliana siglare o meno il cambiamento di destinazione urbanistica della zona bosco Falconeria, ma ormai tutto è rimandato a dopo le elezioni del 5 novembre. Vengono tirati in ballo da un lato il diritto dei partinicesi a non avere industrie nel centro abitato e dall'altro il rischio di interferire con l'ambiente
Distilleria Bertolino, polemica M5s-Pd sul suo destino «A rischio imprese turistiche». «Cavalcano la paura»
Continua ad arricchirsi di nuovi capitoli la vicenda dell’azienda Bertolino. Dopo l’approvazione da parte del Comune di Partinico di una variante urbanistica, la zona in cui attualmente c’è la distilleria, in via dei Platani, diventerebbe zona residenziale. Per delocalizzare l’impianto è stato invece individuato un altro sito, in contrada bosco Falconeria, una zona che – a dispetto del nome – lambisce un’area industriale. Una scelta che però non piace proprio a tutti. «Era una zona agricola e l’hanno trasformata in industriale. Si trova nel cuore del golfo di Castellammare, a un tiro di schioppo da Balestrate», afferma Giuseppe Curcurù, consigliere comunale di Balestrate ed esponente del Movimento cinque stelle, tra i promotori di una manifestazione contro la delocalizzazione che si è svolta nel centro in provincia di Palermo. «In questi anni in quella zona sono sorti agriturismo, agricolture biologiche, centri per la didattica, una coltivazione di mango – aggiunge -. Lì è presente un fiume che passa vicino a tutti i terreni dove insistono queste coltivazioni. Se la Bertolino si spostasse là, verrebbe cancellata questa economia verde». Una lettura che il Pd locale, papà del progetto di trasferimento della distilleria, respinge del tutto. L’ultima parola ora spetta alla Regione siciliana che dovrebbe siglare il cambiamento di destinazione urbanistica, ma ormai tutto è rimandato a dopo le elezioni del 5 novembre.
Quale che sia la scelta della Regione, il problema, secondo Curcurù, resta il possibile impatto ambientale nella zona. Nonostante si tratti di un impianto di ultima generazione. «Il problema non è strettamente tecnologico, è il sito che non è idoneo. Qui si fa turismo, si sta sviluppando un’industria diversa. Per non parlare di possibili sversamenti, produzione di fumi o inquinamento del terreno». Secondo Curcurù, la soluzione sarebbe stata trovare luoghi alternativi e più idonei a ospitare la distilleria. «Ci sono zone in Sicilia in cui c’è densità di popolazione pari quasi a zero, in cui non si intaccherebbe nulla. Perché si deve realizzare qua? Non è che possiamo preoccuparci di fare risparmiare chi deve realizzare industrie, si devono trovare dei siti adeguati».
Argomentazioni sollevate da oltre un anno in diverse manifestazioni pubbliche «per rendere consapevoli i cittadini». «Lo facciamo con i comitati che coinvolgono Partinico, Balestrate, Alcamo – ripercorre Curcurù – I Cinque stelle sono tra i promotori, ma aderiscono anche imprenditori, agricoltori e cittadini residenti, pezzi del Pd e del centrodestra che la pensano come noi». E l’adesione dei democratici alla protesta non potrebbe essere che parziale, considerato che la visione ufficiale del Pd è di accordo con la delocalizzazione a bosco Falconeria. Una posizione che non stupisce Curcurù: «Il Pd vorrebbe anche fare gli inceneritori in Sicilia; mentre il centrodestra, che ha governato in precedenza, se ne è infischiato di vigilare sulla qualità dell’ambiente. Per noi invece si tratta di problematiche importanti, una delle nostre cinque stelle». Il consigliere però sembra non volerne fare una questione strettamente politica. «Ci sono anche una parte di Pd e centrodestra che ragionano – spiega -. Per questo ci siamo guardati bene dallo sventolare bandiere a Balestrate nel corso del corteo di protesta. Stiamo cercando di sensibilizzare i cittadini che entreranno a far parte del comitato, che ingloberà tutti».
Chi invece dà alla vicenda una lettura profondamente elettorale è il Pd locale, al governo della cittadina al momento dell’approvazione della variante urbanistica. «La febbre da elezioni porta i Cinque stelle a cavalcare paure immotivate – afferma Vito Fiorino, vicesegretario del circolo Pd di Partinico – . L’area individuata per l’insediamento del nuovo impianto rientra in una zona individuata come industriale fin dal 1997 e dista otto chilometri dal centro abitato. Adesso invece l’industria si trova in pieno centro abitato a Partinico, con tutti i rischi conseguenti. Forse per i Cinque stelle la Bertolino dovrebbe spostarsi sulla Luna?». L’esponente democratico risponde poi al rischio inceneritore. «C’è una proposta da un’altra ditta in un terreno a pochi metri di distanza, ma non c’entra nulla con la Bertolino. Basta questo a fare capire che si tratta di una polemica strumentale per fermare la delocalizzazione». Anche perché, ricorda Fiorino, dieci anni fa i residenti del comprensorio stavano tutti dalla stessa parte: quella della delocalizzazione. «Sono venuti a Partinico in diecimila da tutti i paesi limitrofi in occasione della fiaccolata per solidarizzare con la comunità di Partinico che chiedeva di spostare l’industria dal centro abitato – conclude – . Adesso che finalmente siamo a un passo dalla conclusione dell’iter, si cavalcano paure infondate per un pugno di voti».