Totò Cuffaro e la lista Concorso esterno per Sgarbi «Consiglierò di votare per lui ma non faccio politica»

Sostegno sì, ma da semplice cittadino. Per la lista Concorso esterno immaginata da Vittorio Sgarbi – qualora l’ex presidente della Regione, Totò Cuffarodecidesse di tornare a fare politica attiva – sembra non esserci futuro. A smentire la possibilità di impegnarsi direttamente nel reclutamento dei candidati a sostegno della candidatura del critico d’arte è lo stesso Cuffaro. «Leggo ipotesi fantasiose da parte del mio amico Sgarbi a cui va la mia simpatia e il mio sostegno morale per le sue tante iniziative», scrive l’ex governatore. Aggiungendo però che «non faccio politica né organizzo liste».

Sgarbi, dunque, dovrà accontentarsi delle dritte che Cuffaro potrà dare ai propri amici e a chi tutt’ora lo vede come punto di riferimento. «Consiglierò il voto disgiunto: Sgarbi presidente e lista Cantiere popolare», spiega. Per poi ricordare di «essere impossibilitato a votare», con l’impedimento che deriva dalla condanna che il politico di Raffadali ha scontato per il reato di favoreggiamento aggravato alla mafia

Nel propio messaggio, Cuffaro ribadisce di essere un uomo di centro che si riconosce nel popolarismo liberale e ammette di avere sperato in una candidatura di centro in alternativa a quella di Nello Musumeci. «Speravo (il governo regionale, ndr) potesse essere guidato dal professore Lagalla e sostenuto dal mio amico di sempre Saverio Romano ma così non è stato. Godranno comunque sempre del mio affetto, del mio sostegno e della mia amicizia», conclude l’ex presidente, dopo che sia Romano che l’ex rettore di Palermo hanno ufficializzato il proprio ingresso nel centrodestra. 

Nel pomeriggio, Sgarbi ha smentito qualsiasi accostamento tra l’ipotetica lista Concorso esterno e la figura di Cuffaro. «Avere accostato una mia provocazione sulla proposta di una provocatoria lista Concorso esterno a grandi idee liberali e democratiche alla vicenda di Cuffaro oltre a essere una interpretazione falsa, è una vigliacca intimidazione mafiosa – afferma il candidato alla presidenza della Regione -. Come era evidente ai presenti, non vi era alcun riferimento alle vicende politiche e giudiziarie di Cuffaro. Era solo una battuta, un gioco di parole e non comprendo perché sia stata collegata a Cuffaro». 


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