Terrasini, protesta contro l’impianto per i rifiuti Cittadini: «Vogliamo turismo, non l’immondizia»

Quella di questa mattina sarà una vera e propria mobilitazione di massa da parte dei cittadini di Terrasini, che alle 9.30 si incontreranno in viale Campania a Palermo davanti alla sede del Dipartimento acque e rifiuti della Regione Sicilia, dove si terrà la terza conferenza di servizio per approvare o meno il progetto della ditta C.F. Edil Ambiente Srl per realizzare a Terrasini una stazione di stoccaggio e compostaggio dei rifiuti. Una vicenda annosa, che si trascina dal 2013 con un assenso dato dall’ex capo area Girolamo Aldo Carano non alla ditta ora coinvolta, ma all’amministratore delegato Francesco Cusumano e nemmeno per un sito di compostaggio ma soltanto per un sito di stoccaggio rifiuti. «Già questo incipit ha viziato in partenza l’iter del progetto, perché se io do un assenso a una persona fisica non si capisce come il decreto regionale si basi su questo assenso parlando di una ditta che si è creata solo un anno dopo e che ai tempi nemmeno esisteva», spiega a MeridioNews la consigliera comunale Eva Deak, da anni ormai in prima linea per far emergere le numerose anomalie e incongruenze legate al progetto.

Una vicenda che avrebbe potuto concludersi già nel marzo scorso, ma che è stata forzatamente portata avanti dalle insistenze dell’allora presidente della conferenza di servizio, Mauro Verace, finito solo pochi giorni dopo nel vortice dell’inchiesta etnea Piramide e costretto agli arresti domiciliari. Nel mirino degli inquirenti è finito l’intero ufficio da lui guidato, specializzato in autorizzazioni integrate ambientali. «Ci penso io a te, ci penso io!», racconta Deak su Francesco Cusumano, che a suo dire le si sarebbe indirizzato così in occasione della seconda conferenza di servizio per decidere della realizzazione dell’impianto. «Non mi ha nemmeno fatto tenere il telefonino in mano per prendere appunti, non ha fatto altro che inveire per ore contro di me, erano tutti esterrefatti – racconta la donna – Ora qualcuno che si chiama come lui di cognome scrive anche sul mio profilo Facebook che sono una bigotta e che avrò quel che mi merito». Frasi che non la spaventano, ma che anzi la convincono a insistere in questa lotta contro l’impianto.

«Il centro sarebbe adiacente a terreni sui quali si è investito molto, dove le colture sono state convertite in biologico e hanno ottenuto anche dei prestigiosi riconoscimenti, il Best in Sicily per citarne uno. Un territorio pieno di colture agrumicole di limoni», precisa la consigliera. Il luogo scelto per la realizzazione del centro, infatti, è contrada Paterna, l’unico fondo agricolo della cittadina del Golfo, già minacciato da lottizzazioni edilizie, episodi di abusivismo e frammentazione delle campagne. Un luogo che mantiene ancora il fascino dell’antico agro terrasinese. Un sito insomma di prestigio per la comunità, di interesse culturale e storico. «Vogliamo turismo, non rifiuti», ribadiscono i cittadini e le associazione del territorio. Lì accanto si trova anche l’ex discarica di Terrasini, andata a fuoco nel 2012. «Nella relazione di servizio dei vigili del fuoco si parla in più passaggi anche di rifiuti pe ricolosi, e questo ci mette ulteriormente in allarme rispetto alla natura del centro che rischia di sorgere».

A dare manforte al dissenso dei cittadini è anche il fatto che il progetto sia stato in passato già bocciato in via definitiva dall’assessorato regionale dell’Energia a marzo del 2014, perché incompatibile con la vocazione turistica del paese. E anche l’amministrazione comunale si è più volte interrogata sulla validità del progetto, rappresentando addirittura le significative criticità dell’iter processuale di approvazione dell’impianto attraverso una lettera resa nota a marzo di quest’anno. Mancherebbero all’appello i necessari riferimenti al piano industriale, a quello economico-finanziario e alle relative garanzie, ai mezzi che saranno impiegati nell’impianto e all’approvvigionamento dei materiali.

Anche il sindaco Giosuè Maniaci ha espresso pubblicamente in più occasioni la sua contrarietà al progetto, mentre i funzionari comunali hanno fatto dietro front revocando pareri e procedimenti amministrativi all’origine dell’iter di realizzazione. Persino il Wwf ha detto la sua, opponendosi all’autorizzazione dell’impianto, che insisterebbe in una riserva naturale. «Se fosse solo un centro di compostaggio fatto bene sarei la prima a sponsorizzarlo, ma qua parliamo di una ditta che non ha mai avuto esperienza né in compostaggio né in niente, con due dipendenti e senza una lira in tasca, un progetto avveniristico, vorrei sapere come intendono portarlo avanti anche perché sulla carta la Edil Ambiente risulta essere una ditta di smaltimento percolato per conto di terzi».

Impossibile mettersi in contatto con la ditta, per la quale non risulta né un sito Internet né un recapito telefonico. Lo stesso Cusumano, però, solo qualche mese fa aveva inoltrato un comunicato stampa alla redazione del quotidiano Terrasini Oggi, parlando apertamente di «riprovevole campagna mediatica» contro l’impresa basata su «illazioni e congetture prive di qualsivoglia fondamento, con l’unico intento di provocare allarmismo nella popolazione». Cusumano ha ribadito che il progetto è «dotato di tutte le autorizzazione necessarie» e prevederà la realizzazione di una serie di attività, dalla messa in riserva e trattamento dei rifiuti organici provenienti dalla raccolta differenziata a quella dei rifiuti non pericolosi. «La preoccupazione dei cittadini di Terrasini non ha motivo di esistere: il progetto di contrada Paterna non è una discarica, ma, al contrario, un esempio per tutta la Sicilia di una virtuosa ed ecologica gestione dei rifiuti nel pieno rispetto dell’ambiente – precisava ancora Cusumano – Un impianto di questo tipo comporterà la diminuzione dei rifiuti conferiti nelle vere discariche, con riduzione anche delle spese di conferimento e quindi della tassa sui rifiuti».


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