I fatti sono accaduti a fine agosto nella piccola via dove si trovano i locali Gambero Rosso e Mamma Rosa. Il sindaco Elio Giardina ha annunciato che il Comune si costituirà parte civile, perché «quello che è accaduto lede l’immagine di Taormina nel mondo». L'assicurazione che non accadrà più da parte dei denunciati
Taormina, chiusi i ristoranti protagonisti della rissa Questore sospende licenze, titolari chiedono scusa
Scatta la sospensione delle licenze dei ristoranti protagonisti della rissa avvenuta a Taormina lo scorso 8 agosto. Il questore di Messina, Mario Finocchiaro, ha preso la decisione per motivi di ordine e sicurezza pubblica nei confronti dei titolari dei ristoranti Gambero Rosso e Mamma Rosa di Taormina, rispettivamente per dieci e sei giorni. Il provvedimento è scaturito dopo la denuncia per rissa notificata a sette persone. Una baruffa che ha visto scontrarsi i dipendenti dei due ristoranti per accaparrarsi qualche cliente e che si è conclusa con la fuga dei turisti.
Come ricostruito dagli agenti del commissariato di Taormina, da un primo litigio verbale tra un uomo e una donna, si è poi passati agli spintoni. Sono quindi volati pugni e calci tra i dipendenti arrivati in rinforzo. Botte da orbi in pieno centro sotto gli occhi impauriti dei turisti che si sono allontanati correndo dal cuore della rissa. Il sindaco Eligio Giardina ha anche annunciato che il Comune si costituirà parte civile perché «quello che è accaduto è gravissimo e lede l’immagine di Taormina nel mondo».
I due ristoratori principali protagonisti della rissa, Santino Barbera e Cristian Aversa, hanno anche inviato al primo cittadino una nota in cui manifestano «profondo rammarico per quanto accaduto». I due definiscono l’episodio che li ha visti in prima linea «grave e inqualificabile». Un gesto «che lede pesantemente il nome e il decoro della nostra città, costruiti faticosamente in oltre un secolo di storia del turismo, che ha reso Taormina una meta prestigiosa e conosciuta in tutto il mondo, oltre che per la sua bellezza anche per la sua tradizione di ospitalità». Sanno bene che «non ci sono giustificazioni che possano valere come plausibile scusante della condotta posta in essere».
I due si dicono imbarazzati e mortificati «soprattutto per l’offesa recata alla comunità taorminese, che del turismo massimamente vive e alle istituzioni che la rappresentano». I due chiudono la nota promettendo che quanto accaduto non avrà mai più a ripetersi. E per pensare a quello che hanno fatto adesso arrivano anche i giorni di sospensione imposti dal questore.