Gli investigatori attendono il responso del medico legale, per capire quale strada battere per ricostruire le ultime ore di vita del 30enne trovato morto due giorni fa nella collina di Drasy. «Non era facile ispezionare il cadavere in quelle condizioni», racconta a MeridioNews una persona che ha assistito al recupero del cadavere
Agrigento, attesa per l’autopsia sul corpo di Conti Oggetti vicini all’auto appartenevano alla vittima
«Senza autopsia si può dire poco, non era facile ispezionare il cadavere in quelle condizioni». È questo il commento di chi due giorni fa ha partecipato al recupero del corpo di Nicolò Conti, il 30enne trovato senza vita in un canneto della collina Drasy ad Agrigento, a non molta distanza dalla spiaggia di Punta Bianca. L’uomo era sparito da casa dal 3 agosto, ma la sua scomparsa era stata denunciata appena il giorno prima del ritrovamento. A presentarsi alla polizia è stato il fratello e non la madre, come in un primo tempo si è detto.
L’esame autoptico era in programma per questa mattina. Ad attenderlo familiari e investigatori. Dipenderà infatti dalla relazione del medico legale Angelo Montana e dal tossicologo Pietro Zuccarello il proseguimento delle indagini: al momento infatti tutte le ipotesi rimangono in ballo, dalla morte violenta al malore. Quello che, stando a fonti vicine agli investigatori, sembrerebbe meno probabile è il suicidio. Sembra certo invece che si trovasse lì da diversi giorni. Conti è stato trovato in una zona dove non passa l’acqua, così come detto in un primo momento, ma comunque argillosa.
Tra le domande che rimangono ancora senza risposta c’è quella riguardante i motivi che hanno portato Conti a recarsi a Drasy. L’uomo, già in passato, aveva trascorso giorni fuori casa senza dare particolari motivazioni ai familiari e sarebbe per questo motivo che la denuncia della scomparsa è arrivata due oltre due settimane dopo dall’ultima volta in cui il 30enne è stato visto. La sua auto – una Fiat Panda di colore rosso – era stata notata nella zona in una posizioe anomala, con le ruote posteriori bloccate in un avvallamento del terreno.
A segnalare il mezzo era stata anche l’associazione Mareamico con un post e un video pubblicato su Facebook. Questo avveniva quando ancora non si sapeva che a poche decine di metri da lì c’era il corpo senza vita di Conti. È stato confermato, poi, che gli oggetti trovati appena dietro l’auto appartenevano alla vittima. Tra essi anche una borsa di pelle di colore nero. Tuttavia, da quanto rinvenuto, gli investigatori non avrebbero notato nulla che possa fare pensare a una rapina finita male. L’uomo, infatti, non avrebbe avuto con sé oggetti di valore.