L'assessore alla Famiglia compare nelle intercettazioni dell'inchiesta 12 apostoli. Non è indagata, ma le ambiguità ventilate dai magistrati bastano per chiedere alla donna di lasciare l'incarico. Sulla vicenda interviene anche il segretario del partito del sindaco Carrà, Noi con Salvini
Motta, le opposizioni chiedono dimissioni Fassiolo Sindaco non risponde. Attaguile: «Saprà cosa fare»
«Le chiedo di avere rispetto per il nostro paese e quindi di dimettersi dal ruolo di assessore alla Famiglia e consigliere comunale». Non ci gira intorno
Danilo Festa, leader dell’opposizione a Motta Sant’Anastasia, cogliendo l’assist che gli arriva dalla cronaca per alzare ancora di più la temperatura dello scontro politico in paese. Destinataria dell’appello è Candida Fassiolo, componente della giunta del sindaco Anastasio Carrà, finita nell’occhio del ciclone dell’inchiesta 12 apostoli della Procura di Catania.
L’ex collaboratrice – durante i loro assessorati – di
Daniele Capuana all’ex Provincia e di Mimmo Rotella al Comune di Catania, compare nelle intercettazioni raccolte dai magistrati nell’ambito dello scandalo dei presunti abusi sessuali su minorenni dentro l’associazione cattolica Cultura e Ambiente di Aci Bonaccorsi. Dove la donna, legata peraltro al principale indiziato Pietro Capuana da lunga conoscenza, ricopre attualmente l’incarico di vicepresidente. La sua estraneità alle accuse, tuttavia, non sembra bastare all’opposizione: «Non voglio infierire sulla sua persona – prosegue Festa – ma l’assessore dovrebbe dimettersi perché il concetto di famiglia è così sacro che non può avere ombre di alcun tipo, specie se riguardano violenze su minori».
I dubbi degli inquirenti sul ruolo di Fassiolo derivano dalla «preoccupazione» che l’assessore,
venendo a sapere delle indagini in corso, avrebbe manifestato al telefono con una delle arrestate, Fabiola Raciti. Donna accusata di essere una delle componenti di un’associazione a delinquere finalizzata alla violenza sessuale aggravata ai danni di minori. «Speriamo che non trovino nulla», dice a lei l’assessore intercettata. La ricostruzione degli inquirenti è stata smentita da Fassiolo parlando a MeridioNews mentre invece, per Festa, sarebbe un«goffo tentativo di coprire ciò che avveniva in quella casa degli orrori che la rende vergognosamente incompatibile con tale ruolo».
Toni ancor meno pacati arrivano dal
Movimento 5 stelle che, alle elezioni comunali del 2014 vinte da Carrà, candidava a sindaco Giovanni Amato. «Per l’assessore Fassiolo non sarebbe l’ora di dimettersi oppure pensa che sia dignitoso continuare il suo mandato?», si chiede provocatoriamente il senatore grillino Mario Giarrusso, invocando poi «un sussulto di dignità».
Intanto il telefono del sindaco
Anastasio Carrà, così come quello del suo vice Antonio Bellia, squilla a vuoto già da ieri. L’amministrazione si trova suo malgrado nella bufera e ciò fa sì che la tensione resti altissima. Fassiolo ed il resto del gruppo politico ritenuto vicino alla congregazione di Pietro Capuana appoggia la maggioranza da subito dopo le elezioni, essendosi inizialmente schierati con il candidato Daniele Capuana, giunto al secondo posto per soli sette voti in meno. Chi ha però incontrato Carrà, candidato in pectore alle prossime regionali per il movimento Noi con Salvini, rivela che il primo cittadino non sarebbe intenzionato a chiedere le dimissioni del suo assessore alla Famiglia.
La vicenda viene comunque seguita a distanza dal segretario nazionale del partito proto-leghista, il deputato
Angelo Attaguile: «Non conosco Fassiolo e mi risulta che non faccia parte del nostro movimento, ma sono comunque certo che il sindaco Carrà saprà cosa fare», dice a MeridioNews ricordando anche come «certe accuse per il nostro partito siano insopportabili». «Da uomo delle forze dell’ordine – Carrà è luogotenente dei carabinieri – saprà valutare al meglio e, se ci sono i presupposti, potrà anche farla dimettere», conclude il segretario.