Per il legale del direttore di Telejato la scelta del tribunale di negare ai cronisti della storica emittente l'autorizzazione a registrare le udienze del processo è paradossale: «Perché la pubblica opinione non deve sapere?»
Processo Maniaci e il no a Radio Radicale Ingroia: «L’interesse pubblico è evidente»
«Nei paesi liberi e democratici non si ha paura della libera stampa, alla quale è anzi riconosciuto il ruolo di fondamentale cane da guardia della democrazia. È perciò incomprensibile la decisione del Tribunale di Palermo di negare a Radio Radicale l’autorizzazione a registrare le udienze del processo a carico di Pino Maniaci». Non nasconde il suo stupore l’avvocato Antonio Ingroia legale, con l’avvocato Bartolomeo Parrino, di Pino Maniaci.
«È paradossale – prosegue – che si dica che non c’è ‘alcun interesse sociale particolarmente rilevante’ per un processo il cui imputato, un giornalista antimafia conosciuto in tutto il mondo, è stato sbattuto sulle prime pagine dei principali quotidiani e nei titoli d’apertura di tutti i maggiori tg nazionali, un processo di cui si sono occupati anche giganti dell’informazione mondiale come la CNN». Se l’interesse pubblico c’era prima, ribadisce il legale, nella fase delle indagini, a maggior ragione c’è adesso che si arriva alla fase dibattimentale, in cui la difesa può per la prima volta presentare le sue ragioni.
«Sorprende inoltre, anche per le motivazioni addotte, pure il parere contrario alle registrazioni espresso dalla procura. Di che si ha paura? Perché la pubblica opinione non deve sapere? Quello di Radio Radicale è un diritto sacrosanto e costituzionale, chiederò perciò alla prima udienza che il tribunale provveda revocando il provvedimento di diniego. Maniaci vuole che il suo sia un processo aperto, perché non ha nulla da nascondere e intende far conoscere a tutti la sua versione dei fatti. Il Tribunale – conclude – riveda perciò la sua incomprensibile decisione».