Il dipartimento regionale di Protezione civile ha mantenuto per il capoluogo etneo la richiesta di attenzione per la possibilità di roghi sul territorio. Anche oggi in prefettura è rimasta operativa l'unità di crisi che serve a coordinare le operazioni. Nella giornata di ieri sono stati una decina i focolai che si sono sviluppati a Catania
Emergenza incendi, oggi livello di allerta massimo «Dipendenti ricoverati per il fumo respirato in città»
Anche nella giornata di oggi sono rimasti ai massimi i livelli di allerta per incendi ed afa a Catania. Il dipartimento regionale di Protezione civile ha mantenuto per la città un livello 2 su 3 di allerta per il rischio di ondate di calore, sulla scia di quanto già emanato ieri. Allerta al grado più alto della scala adottata dalle autorità anche sul fronte incendi, cioè su livello Attenzione. Catania è stata oggi la città siciliana dove entrambi i rischi monitorati dalle autorità e legati al caldo record di questa settimana sono stati al massimo secondo le stime della Regione. Davanti all’emergenza incendi che ieri ha funestato l’intero territorio provinciale, la prefettura catanese ha attivato la sua sala operativa e convocato il Centro coordinamento soccorsi.
L’unità – che riunisce i vertici provinciali di carabinieri, vigili del fuoco, polizia stradale, Anas, Protezione civile, Città metropolitana e Forestale – si è riunita stamane alle 10.30 e resterà operativa fino a cessato allarme. Questo perché il grado d’allerta è stato ai massimi per tutta la giornata di ieri, rendendo necessario un salto di qualità nella gestione delle operazioni e, dunque, una regia sopraelevata. Il capoluogo, interessato da oltre dieci incendi di varia mole, ha assorbito tutti gli uomini e le risorse a disposizione di vigili del fuoco, forestale e forze dell’ordine.
Le aree attraversate ieri dal fuoco vanno dalla zona Cibali all’oasi del Simeto fino al Villaggio Azzurro, dove si è anche interrotta la fornitura elettrica. In via Stoppini dove sono andati in fiamme un capannone e diversi mezzi che vi erano custoditi; un asilo nido è stato evacuato a scopo precauzionale. Ma anche San Giuseppe la Rena, dove si è temuto per un deposito di legname ed un rifornimento di benzina, e nella zona industriale si sono registrati danni ed è stato difficile fronteggiare i roghi. La coperta del sistema antincendio è sempre più corta e ciò si è visto soprattutto fuori da Catania. Sull’Etna si è atteso per ore l’intervento di un canadair sul versante nord, dove un incendio a quota mille minaccia i boschi montani.
«Abbiamo fatto il massimo sotto tutti i punti di vista, mobilitando tutto il personale a disposizione e richiamando anche persone in ferie – spiega Marco Romano, responsabile dell’unità comunale Protezione civile e pubblica incolumità – alcuni dipendenti sono stati anche ricoverati in ospedale per il fumo respirato sul campo». Qualcuno ha storto il naso perché molti cittadini dei quartieri colpiti non avrebbero avuto chiare le norme comportamentali da seguire. «Siamo intervenuti anche su questo, abbiamo disposto le dovute evacuazioni spiegando chiaramente cosa fare e cosa non fare alla gente», aggiunge il funzionario.
Romano è alla guida dell’ufficio da gennaio 2017, in sostituzione del geometra Salvatore Fiscella. Il piano comunale di Protezione civile risale al 2012 e l’iter per l’entrata in vigore della revisione, curata proprio dal predecessore di Romano, si sarebbe arenato nel dicembre 2016. «Ma questo non ha ostacolato la corretta gestione dell’emergenza – chiarisce il responsabile – i piani operativi sono aggiornati e sul sito web del Comune chiunque può trovare le informazioni che cerca». Al vaglio degli uffici comunali, comunque, ci sarebbe una ulteriore revisione della bozza destinata a sostituire il piano del 2012.