Termini Imerese, ballottaggio con polemiche e veleni Tra cambi di casacca e lo spettro commissariamento

Una bella sfida quella che si concluderà domenica 25 giugno a Termini Imerese per decretare il prossimo sindaco della città. Il testa a testa vede fronteggiarsi Francesco Giunta, candidato di Centrodestra, e Vincenzo Fasone, concorrente libero, come ama definirsi. Una sfida entusiasmante secondo i numeri che già l’11 giugno hanno svelato ottime percentuali per tutti i contendenti alla fascia tricolore, quando ancora erano ben cinque. Basti pensare che tra il primo classificato, Giunta, e l’ultimo, Pietro Sorce, il distacco è stato di soli mille voti. Alla fine è scattato il ballottaggio fra le due coalizioni che meglio hanno interpretato il volere della cittadinanza fino a questo momento.

Da una parte una candidatura apertamente di Centrodestra: Giunta, infatti, accanto al proprio simbolo, ha raccolto il favore di Forza Italia e di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale, arrotondando il bottino di voti che è riuscito a trainare con la propria lista #francescogiunta2017. Tre sono anche le liste che sostengono Fasone: La città che vogliamo, Patto per Termini (capitanata dall’ex senatore di An Antonio Battaglia) e Termini Imerese è la mia città. La loro sommatoria non ha agganciato il primo posto solo per 172 voti. Veramente pochi in una città con 23mila elettori.

A infiammare l’agone politico è, come spesso accade, la volontà di sbugiardare l’avversario. Ha destato qualche polemica il cambio di casacca di Rosa Lo Bianco, papabile futuro assessore in caso di vittoria per Giunta, che aveva corso però con un altro candidato, Pippo Preti. Nelle ultime ore inoltre, il candidato primo cittadino ha dovuto rispondere alle accuse mosse dall’ex senatore Battaglia. «È stato già un testa a testa e siamo arrivati primi – ha detto il candidato di Centrodestra – la bontà del mio progetto di centrodestra è stato premiato dalla città – e, con uno sguardo a domenica, ha aggiunto – auspichiamo a una conferma, la nostra coalizione è più appetibile e omogenea, mentre il nostro concorrente ha messo insieme parti politiche molto diverse tra loro che inevitabilmente faranno venire a galla divisioni. Puntiamo a ogni voto possibile».

Fasone, che abbiamo provato a rintracciare ma che non ha voluto rilasciare dichiarazioni, fa appello ai cittadini dalla sua pagina Facebook, chiedendo di scongiurare il pericolo commissariamento, di compiere una scelta di serenità per la città e puntando il dito contro gli ex avversari che appoggerebbero adesso l’altro contendente. Apparentemente fuori dai giochi d’influenza è il senatore PD Giuseppe Lumia: «La mia posizione è chiara e netta, così come quella delle liste che hanno sostenuto Pietro Sorce – ha scritto sulla propria pagina Facebook – nessun sostegno a nessuno dei due candidati per una netta incompatibilità con la nostra visione politica. Abbiamo lasciato liberi i nostri elettori e non abbiamo dato alcuna indicazione di voto».

L’ultima parola dunque spetta ai cittadini che al primo turno a Termini hanno risposto con l’ottima affluenza del 68,68 per cento rispetto al 75,57 per cento del 2012, sintomo di una città che vuole scegliere i propri rappresentanti, ma nessun risultato può dirsi scontato.


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