La notizia è stata diffusa da Sicilia network qualche giorno fa e ripresa, ieri, dall'ex preside di Lettere Enrico Iachello. Che è andato sul posto a verificare l'informazione e ha chiamato alcuni amici in Comune. «Il cartello sarà rifatto», assicura l'assessore alla Cultura
Palazzo degli elefanti, errore nel cartello informativo Licandro: «Voglia di fare pulci a tutto, sistemeremo»
Sarebbe «una mancanza di decoro, oltre che uno scandalo» la traduzione del cartello apposto accanto al Palazzo degli Elefanti, sede del Comune di Catania, secondo cui «gli architetti lombardi Vaccarini e Battaglia» avrebbero contribuito alla costruzione dell’edificio dopo il terremoto del 1693. Lo denuncia, dopo un articolo uscito su Sicilia network, il docente universitario Enrico Iachello (ex preside della facoltà di Lettere e filosofia dell’ateneo etneo) tramite un post, con tanto di fotografia, pubblicato sul suo profilo Facebook. È sul social network che il professore fa notare ai concittadini l’errore fuorviante cui induce la traduzione scorretta. «Questa traduzione non sta da nessuna parte – spiega Iachello a MeridioNews – Gli architetti Giovanni Battista Vaccarini, palermitano, e Francesco Battaglia, catanese, diventano lombardi invece di citare Longobardo». Cioè Giovan Battista Longobardo, architetto anche lui e collega di Vaccarini e Battaglia.
«Dopo avere letto la notizia, sono andato personalmente a verificare – continua – e oggi ne ho parlato con un amico che lavora al Comune, alla presenza di un dirigente di cui non faccio il nome. Mi hanno risposto che non solo lo sanno da mesi, ma che ci hanno anche riso parecchio su». Al professore, però, «l’informazione falsa che viene trasmessa ai turisti» non va proprio giù. «Bisognerebbe rimediare, coprire almeno momentaneamente l’errore, di certo non tollerare». Come avviene ormai per molte delle cose che non funzionano nella città metropolitana. «Catania ha un problema di decoro che è diventato quasi folklore, non c’è rigore, si tollerano la spazzatura e le discariche a un paio di chilometri dal centro città». Come quella che si crea periodicamente sotto il cosiddetto Ponte della Grazia, fra via Vittorio Emanuele e piazza Risorgimento, dove si accumulano vasche, frigoriferi, lavabiancheria.
«Per me è una cosa grave – ribadisce Iachello – Ma le persone con cui mi sono confrontato si sentono la coscienza a posto solo perché hanno scritto all’assessorato regionale al Turismo». Proprio l’ente che con un progetto risalente a circa due mesi fa si è occupato di creare e posizionare i cartelli turistici in giro per Catania. Come conferma l’assessore ai Saperi e alla Bellezza del Comune di Catania Orazio Licandro, che non reputa l’incidente «un grosso scandalo». Semmai «un errore che può capitare e a cui si può porre rimedio». «C’è sempre questa voglia di fare le pulci a tutto, – dice a MeridioNews dopo avere letto il post accusatorio – Non mi risulta che il cittadino abbia segnalato il fatto attraverso i canali ufficiali di rapporto amministrazione-cittadino, forse si è limitato a utilizzare lo sfogatoio di Facebook». «In ogni caso – conclude – la cosa esiste veramente e ho già sentito Anthony Barbagallo (assessore regionale al Turismo, ndr), che mi ha assicurato che provvederà subito a rifare il cartello».