Una struttura multimediale universitaria allavanguardia in Italia; 128 postazioni perfettamente attrezzate con tecnologie di primordine. Uninaugurazione in pompa magna. Ma questo laboratorio in realtà non lo ha mai visto nessuno. A più di tre anni dallinaugurazione, rimane nascosto dietro una porta chiusa
Ragusa, il laboratorio fantasma
Chi l’ha visto? Qualcuno, a Ragusa, inizia a chiederselo. Non si tratta di un adolescente fuggito da casa, come capita nella storica trasmissione di Rai Tre, né di un corpo senza nome. Semmai stiamo parlando di un nome senza più corpo: il laboratorio multimediale di Piazza Carmine a Ragusa, fiore all’occhiello della facoltà di Lingue nella sede decentrata, segno delle potenzialità della sinergia tra le facoltà e il consorzio universitario, esempio della “ricaduta sul territorio” della presenza dell’università nel capoluogo ibleo. Anche in termini di dotazione di strutture tecnologicamente all’avanguardia.
Quel laboratorio, inaugurato in pompa magna sabato 16 dicembre 2006 , non ha mai funzionato. E se ne sarebbe forse perduto il ricordo se un’emittente locale, incuriosita dai commenti a un recente articolo di Step1, non si fosse recata a constatare che, forse, il cosiddetto MultiLab esiste ancora. Anche se resta ben custodito dietro una porta chiusa e sembra impossibile ottenere un permesso per fare riprese video all’interno.
Ma andiamo con ordine. Il laboratorio fantasma fu esibito ai visitatori il giorno dell’inaugurazione, alla presenza del sindaco Nello Di Pasquale e del presidente della Provincia Franco Antoci, accorsi per i classici “indirizzi di saluto”. Di quella inaugurazione è rimasta una traccia fotografica. Il progettista della struttura, professor Vincenzo Cutello, ne illustrò caratteristiche tecniche e potenzialità, affermando che si trattava del centro multimediale “tecnologicamente più all’avanguardia presente in Sicilia ed uno dei primi in Italia per potenza e capacità di calcolo”.
Questi i numeri: 128 postazioni multimediali (ciascuna autonomamente attrezzata di monitor, webcam e apparato cuffia/microfono professionale per consentire il dialogo dell’utente sia con la regia sia con gli altri utenti); 5 telecamere ad alta definizione orientabili e pilotabili in remoto; un efficientissimo impianto di sonorizzazione; un proiettore digitale con maxi schermo; due potenti server; due gruppi di continuità per garantire il funzionamento anche in caso di caduta dell’alimentazione elettrica. Il tutto servito da un sistema operativo “open source” scelto per la sua architettura robusta e stabile. Ed inoltre un servizio di stampa laser in quadricromia o in bianco e nero e un impianto WI-FI per consentire di connettersi in rete anche coi propri laptop.
Affinché la struttura non apparisse sovradimensionata rispetto al numero di studenti universitari iscritti a Ragusa, si precisò che si trattava di “un progetto di sviluppo comune all’ateneo e alle istituzioni territoriali” e che il principale obiettivo era quello di “valorizzare la gestione in chiave di sviluppo locale e di internazionalizzazione”.
Dalla cerimonia del 16 dicembre 2006 ad oggi il MultiLab di Piazza Carmine è stato completamente inattivo. Alla sua gestione si iniziò a pensare, almeno sulla carta, solo nel 2008. Nelle delibere degli enti che avrebbero dovuto provvedervi rimane infatti traccia di una nuova sigla: “Cult-lab, laboratorio multimediale e multilinguistico”: un consorzio tra la facoltà di Lingue e letterature straniere dell’università di Catania e il consorzio universitario della Provincia di Ragusa, il cui statuto fu ratificato dal Senato accademico dell’ateneo (seduta del 18/2/2008, delibera n. 110).
Ma non c’è nessuna traccia di attività del Cult-lab, che in teoria avrebbe dovuto gestire il Multi-lab con la finalità “di promuovere la formazione linguistica, anche mediante strumenti informatici e le moderne tecnologie multimediali”, rivolgendosi tanto agli studenti dei corsi di laurea presenti a Ragusa, quanto alle “esigenze di studio e di formazione espresse dalla comunità e dalle imprese locali”.
Parole al vento. Le uniche “spese di gestione”, o per meglio dire di magazzinaggio, di una struttura progettata, finanziata, realizzata e abbandonata risultano le seguenti: il pagamento a vuoto del canone di 2.800 euro mensili ai Padri Carmelitani proprietari dei locali; un impegno nei confronti dell’Enel per l’utilizzo di una cabina elettrica di trasformazione d’energia; l’espletamento di un bando “per un rapporto di collaborazione esterna di durata annuale” con “un informatico esperto in gestione di strutture complesse”, retribuito con 18.000 euro (oltre gli oneri) “al fine di supportare le attività connesse alla attivazione del laboratorio multimediale e multilinguistico di Ragusa, piazza Carmine” (avviso n. 2117 del 29.02.2008).
Non si è però avvertita alcuna ricaduta sul funzionamento del Multilab, al quale nessuno studente ha avuto mai accesso. Ultimamente, secondo le dichiarazioni di un rappresentante dei proprietari dell’immobile, i Padri Carmelitani Scalzi avrebbero sollecitato il consorzio universitario a liberare i locali.
Che fine faranno le attrezzature non lo sappiamo. Desta qualche preoccupazione la dichiarazione del presidente del consorzio, Giovanni Mauro, che interpellato da un rappresentante degli studenti durante l’assemblea del 23 novembre 2009 (Stati Generali per l’Università) ha fatto cenno al furto di alcune attrezzature e al danneggiamento di altre. Quella porta però è rimasta sempre chiusa. Chi sono i vandali?