Prima che ci risveglino le bombe

La fattispecie di associazione di stampo mafioso: cosa nostra e i suoi rapporti con il mondo della politica e dell’economia. Questo il titolo dell’incontro tenutosi lo scorso giovedì nell’aula magne della Facoltà di Giurisprudenza, promosso dall’associazione AddioPizzo Catania nell’ ambito del corso di formazione alla Cultura della legalità.

Ospite d’onore Antonio Ingroia, sostituto procuratore della Repubblica alla Direzione distrettuale Antimafia di Palermo. L’evento merita attenzione e la platea mostra il suo interesse accogliendo l’ospite con garbato silenzio, mentre arriva scortato da più di cinque uomini, in un’aula gremita non solo di studenti.

Poche parole introduttive. Come dice la proferessa Anna Maria Maugeri, docente ordinario di Diritto penale: “Il nostro ospite non necessita di alcuna presentazione”.

Sollevando gli occhiali dal naso, Ingroia saluta i presenti e si schermisce. Subito gli viene rivolta una domanda secca: “Perché la reazione dello Stato, storicamente, è stata molto più decisa nei confronti del terrorismo politico di quanto, invece, non lo sia stata nei confronti della mafia?”.

Ingroia comincia ricordando “come sia stata tardiva la comprensione del fenomeno mafioso inteso in tutta la sua pericolosità da parte delle autorità, ma soprattutto da parte dell’opinione pubblica. Mentre il terrorismo è stato avvertito come entità estranea ed anomala rispetto al tessuto sociale e quindi realtà immediatamente qualificabile sin dall’inizio. La mafia – sostiene il Pm – inizialmente, è stata apprezzata quasi come una manifestazione fisiologica della stessa società e, in quanto tale, tollerata. Il tutto, peraltro, traspare anche dal vivace dibattito giuridico dottrinale degli anni del secondo dopoguerra, se pur difficile da concepire ad oggi”, ha spiegato. “Allora si metteva addirittura in dubbio l’illecità del fenomeno stesso”, conclude Ingroia.

Il magistrato non cede alla tentazione della ”lezioncina accademica” e, dopo aver brevemente delineato la storia del fenomeno mafioso, dal codice napoleonico ad oggi, si sofferma su un’analisi delle connessioni tra mafia e politica. “In ogni stagione gli orientamenti politico-culturali hanno influenzato la produzione legislativa, lasciando intravedere come spesso sia l’onda dell’emozione ad accelerare i farraginosi processi di produzione normativa. Non è un caso – precisa – che il 416 bis, che colpisce oggi chi fa parte della nuova fattispecie di associazione di tipo mafioso, solo in quanto membro, sia stato approvato 20 giorni dopo l’omicidio del generale Dalla Chiesa, nonostante il disegno di legge giacesse da mesi in parlamento. Correva l’anno 1982”.

Figlio della nuova legge è il maxi-processo, che rappresenta una reazione dello stato alla stagione delle stragi e dei delitti politico-mafiosi degl’anni ’70-’80. Ingroia spiega come questo sia il periodo in cui si leva dal basso un vero e proprio movimento di protesta che mette in mora la politica, la quale, finalmente, fornisce ai magistrati strumenti efficaci di lotta alla mafia. “Una reazione sociale -prosegue il pm- che raggiungerà forse il suo apice in seguito alla stragi del 92′ quando, ancora per opera delle cosche palermitane, ad essere assassinati sono i giudici Falcone e Borsellino, ma che da allora è andata ad affievolirsi – complice anche una mafia divenuta nel frattempo più silenziosa se pur non meno letale – lasciando arenare i buoni propositi di una classe politica oramai assuefatta al compromesso”.

“I magistrati non hanno bisogno del consenso dei cittadini, ma di una loro partecipazione nella formazione di una coscienza collettiva che sia in contrasto con il fenomeno mafioso“, ricorda Ingroia. Il pericolo, invece, proviene dal grande sonno che, ad oggi, sembra capace di conturbare ogni coscienza. Con l’auspicio che non saranno le bombe a saperci risvegliare.


Dalla stessa categoria

Ricevi le notizie di MeridioNews su Whatsapp: iscriviti al canale

I più letti

Dal controllo della velocità alla segnalazione di un imminente pericolo. Sono gli Adas, i sistemi avanzati di assistenza alla guida che aumentano non solo la sicurezza, ma anche il comfort durante i viaggi in auto. Più o meno sofisticati, i principali strumenti Adas sono ormai di serie nelle auto più nuove, come quelle a noleggio. […]

Un aiuto concreto ai lavoratori per affrontare il carovita. Ma anche un modo per rendere più leggero il contributo fiscale delle aziende. Sono le novità introdotte dalla conversione in legge del cosiddetto decreto lavoro, tra cui figura una nuova soglia dell’esenzione fiscale dei fringe benefit per il 2023, portata fino a un massimo di 3mila euro. […]

Sono passati tre anni da quando un incendio ha distrutto l’impianto di selezione della frazione secca di rifiuti a Grammichele (in provincia di Catania) di proprietà di Kalat Ambiente Srr e gestito in house da Kalat Impianti. «Finalmente il governo regionale ci ha comunicato di avere individuato una soluzione operativa per la ricostruzione e il […]

«Era come avere la zip del giubbotto chiusa sopra e aperta sotto: ecco, noi abbiamo voluto chiudere la zip di questo giubbotto». Indispensabile se si parla di Etna, dove fa sempre fresco. È nato così CraterExpress, la nuova proposta che permette di raggiungere la vetta del vulcano a partire dal centro di Catania, con quattro […]

Sul nuovo social network X, tale Esmeralda (@_smaragdos), commenta un articolo del Domani a proposito dei finanziamenti alla Cultura elargiti dai Fratelli d’Italia siciliani: «Amici, soldi (pubblici) e politica. In Sicilia tutto fa brodo. Su questo penso non leggerò un commento croccante di Ottavio Cappellani. Perché gli amici so’ amici, gli ex amici so’ nemici». […]

Dodici mesi, 52 settimane e 365 giorni (attenzione, il 2024 è bisestile e quindi avremo un giorno in più di cui lamentarci). Un tempo legato da un unico filo: l’inadeguatezza. Culturale, innanzitutto, ma anche materiale, davanti ai temi complessi, vecchi e nuovi. Difficoltà resa evidente dagli argomenti che hanno dominato il 2023 siciliano; su tutti, […]

Il seme del cambiamento. Timido, fragile e parecchio sporco di terra, ma è quello che pare stia attecchendo in questi ultimi mesi, dopo i più recenti episodi di violenza sulle donne. In principio, quest’estate, fu lo stupro di gruppo a Palermo. In questi giorni, il femminicidio di Giulia Cecchettin in Veneto. Due storie diverse – […]

Mai come in campagna elettorale si parla di turismo. Tornando da Palermo con gli occhi pieni dei metri di coda – moltiplicata per varie file di serpentina – per visitare la cappella Palatina e qualunque mostra appena un piano sotto, lo stato di musei e beni archeologici di Catania non può che suscitare una domanda: […]

Riforme che potrebbero essere epocali, in termini di ricaduta sulla gestione dei territori e nella vita dei cittadini, ma che sembrano frenate dalla passività della politica. Sembra serena ma pratica- e soprattutto, attendista – la posizione di Ignazio Abbate, parlamentare della Democrazia Cristiana Nuova chiamato a presiedere la commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale siciliana. Quella […]

Dai rifiuti alla mobilità interna della Sicilia, che avrà una spinta grazie al ponte sullo Stretto. Ne è convinto Giuseppe Carta, deputato regionale in quota autonomisti, presidente della commissione Ambiente, territorio e mobilità all’Assemblea regionale siciliana. Tavolo di lavoro che ha in mano anche due leggi su temi particolarmente delicati: urbanistica e appalti. Con in […]

Dall’agricoltura alle soluzioni per il caro energia; dalle rinnovabili di difficile gestione pubblica allo sviluppo delle imprese bandiera del governo di Renato Schifani. Sono tanti, vari e non semplici i temi affidati alla commissione Attività produttive presieduta da Gaspare Vitrano. Deputato passato dal Pd a Forza Italia, tornato in questa legislatura dopo un lungo processo […]