Ad accertare le accuse mosse in questi giorni contro Elio Rossitto saranno le indagini. Secondo la versione del docente, nei fatti denunciati dalle Iene non ci sono risvolti penali. Ma in quei fatti, e nelle stesse ammissioni di Rossitto, cè quanto basta per una richiesta precisa: che smetta di insegnare allUniversità di Catania
Professore, si dimetta
Caro professor Elio Rossitto,
come è stato scritto su “La Sicilia” a proposito dello scandalo sessuale che la vede al centro dell’attenzione, «l’imbarazzo è notevole». Ma non perché lei è un «docente stimato per la sua preparazione professionale». Piuttosto perché è un docente.
Lei ha affermato, riferendosi al suo incontro con la studentessa che la accusa: «Ci siamo incontrati al bar e abbiamo preso un caffè. A un certo punto lei mi dice di non avere dormito la notte precedente, di essere stanchissima e di avere un grande desiderio… quelle cose che si dicono… Io da cretino le sono andato incontro e le ho detto: “Se vuoi ti porto in albergo”. E così abbiamo preso una stanza».
Incontrare al bar un professore e prenderci assieme un caffè è normale. Anche nel parlarci amichevolmente non vediamo nulla di male. Perfino dirgli «prof, scusi se c’ho due occhiaie che mi arrivano alle ginocchia e la voce strascicata, è che ieri non ho dormito mezzo minuto», per quanto poco elegante, è vagamente sopportabile. Non è per nulla giustificabile, invece, che il professore proponga di prendere una stanza in un motel, che ci porti la studentessa, che si chiuda dentro con lei. Da quando, tra i servizi offerti dall’Ateneo, è previsto un professore straordinario che rimbocchi le coperte alle studentesse stanche?
Tony Zermo, suo «amico di vecchia data», sulle colonne del quotidiano “La Sicilia”, ipotizza che «potrebbe essere stata lei» [la ragazza, ndr] ad irretirla, a farla cadere in una trappola alla Marrazzo. «So perfettamente che non è successo nulla», lei dichiara. Del resto, non si trattava forse di uno scambio tra due persone maggiorenni? Non essendo in periodo d’esami, però, l’ipotesi del suddetto scambio – come dicevano i latini? Do ut des – non è neanche stata fatta, stando alle sue parole.
Non spetta a noi chiarire il dubbio che legittimamente sorge. Saranno la magistratura e l’Ateneo a fare chiarezza e non le mancherà il diritto di difendersi.
Eppure, la sua presenza in quella stanza la rende responsabile tanto quanto lo sarebbe la giovane studentessa se, davvero, le cose sono andate come lei ha affermato e non come denunciato dalla studentessa.
Senza fantasticare troppo, le sue azioni e le sue dichiarazioni sono già abbastanza eloquenti: il rapporto che s’instaura naturalmente tra un docente e uno studente è andato oltre, e tanto basta per esigere che lei si dimetta. E al più presto.
(Luisa Santangelo, Federica Motta, Roberta Attardo, Perla Maria Gubernale, Carmen Valisano, Stefania Oliveri)