La decisione al termine di una riunione in cui l’azienda «ha disatteso gli impegni» con i sindacati. Entro dieci giorni la vertenza si sposterà in Prefettura per una conciliazione. Altrimenti, annunciano Cobas e Uil, partirà la protesta
Amat, proclamato lo stato d’agitazione «Disattesi gli impegni, pronti a sciopero»
Cobas e Uil hanno proclamato lo stato di agitazione dei lavoratori dell’Amat. La decisione è stata presa al termine dell’ennesima riunione in cui l’azienda «ha disatteso gli impegni» con i sindacati. Entro dieci giorni la vertenza si sposterà in Prefettura per tentare una conciliazione. Altrimenti, annunciano Cobas e Uil, «siamo pronti allo sciopero». «Se da un lato il bando che apre le porte alle assunzioni a tempo determinato di autisti, seppur emanato dall’Amat con una tempistica quanto meno discutibile, può finalmente creare nuove possibilità occupazionali, dall’altro il management continua a difendere scelte che mettono a rischio il futuro dell’azienda» afferma Carlo Cataldi, coordinatore regionale dei Cobas Lavoro Privato settore Trasporti-Tpl.
Secondo Cataldi, con l’orario di lavoro su due turni da 7 ore e 50 minuti (avallato dalle altre sigle sindacali), anziché da 6 ore e 30 minuti come previsto dal Contratto nazionale di lavoro, sono raddoppiati i giorni di riposo per gli autisti. «Tanto che quotidianamente circa 180 conducenti vengono sottratti alla guida – prosegue – e basta dare un’occhiata ai fogli di servizio per trovare corrispondenza nei numeri. Le assenze dei dipendenti per malattia e legge 104 lamentate dall’azienda, infatti, non incidono più di tanto. Il vero problema è la mancanza di autobus, passati in pochi anni da 400 a 189. Un numero ridicolo, in presenza di circa 700 autisti, per soddisfare le esigenze di mobilità della quinta città d’Italia».
Non risparmiano critiche nemmeno per la gestione dell’officina: «L’Amat acquista con il contagocce i pezzi di ricambio destinati ai bus da riparare – spiega Agostino Falanga, commissario straordinario Uiltrasporti Sicilia – e non intende revocare gli appalti esterni, i cosiddetti full-service. In un momento in cui i bus funzionanti sono pochissimi, l’azienda non mette nelle condizioni i lavoratori di riparare nemmeno le vetture meno malmesse».
Nel mirino dei due sindacati anche la rotazione del personale: «Siamo stanchi di subire decisioni clientelari – conclude Falanga – vengono premiati i soliti ‘amici degli amici’ e sempre più spesso si verificano casi di dipendenti fuori mansione. Torniamo infine a chiedere l’installazione dei tornelli per rilevare la presenza dei dipendenti in tutte le sedi. Perché in via Roccazzo esistono e in via Borrelli, via Giusti, via Castellana, Roccella invece no? Si tratta forse di zone franche?».