Al vaglio degli investigatori ci sono diverse ipotesi. Tra le quali anche quella che si sia trattato di un atto intimidatorio legato all'attività professionale del 35enne, lavoratore agricolo, a cui è stato bruciato il Fiat Ducato in via Corrado Alvaro. Le forze dell'ordine stanno visionando le telecamere di videosorveglianza della zona
Adrano, incendiato il furgone di un bracciante Liquido infiammabile su tettuccio e parabrezza
Un altro incendio d’auto di matrice dolosa, ieri sera, nell’hinterland catanese. Stavolta è successo alle 23.30 ad Adrano, in via Corrado Alvaro, in pieno centro cittadino. A prendere fuoco un furgone Fiat Ducato di proprietà di un bracciante agricolo di 35 anni. A dare l’allarme lo stesso proprietario del mezzo che, svegliato dai rumori provenienti dalla strada, ha allertato la centrale operativa dei vigili del fuoco. In attesa dell’arrivo dei pompieri, l’uomo – con l’aiuto di alcuni familiari, ha provato a spegnere le fiamme che stavano interessando la fiancata sinistra del mezzo.
Il rogo ha anche danneggiato una Alfa Romeo 159, immediatamente spostata dal proprietario prima che potesse subire danni rilevanti. L’arrivo dei vigili del fuoco adraniti ha permesso di mettere al sicuro il furgone e di spegnere completamente le fiamme. I vigili hanno allertato anche le forze dell’ordine. Sul posto sono arrivati i carabinieri del nucleo radiomobile della compagnia di Paternò. Il sopralluogo della zona effettuato dai pompieri e dai militari dell’Arma ha permesso di appurare, con quasi assoluta certezza, che l’incendio sia stato appiccato.
Sul parabrezza e sul tettuccio del veicolo, infatti, è stato ritrovato del liquido infiammabile non ancora bruciato. Gli investigatori mantengono il massimo riserbo sulla questione e questa mattina hanno ascoltato il proprietario del furgone. Al vaglio degli inquirenti ci sono diverse ipotesi: dall’atto intimidatorio legato all’attività lavorativa del 35enne, passando per una vendetta personale. Non è escluso neanche che si sia trattato di un messaggio indirizzato a qualche familiare dell’uomo. Le immagini di videosorveglianza della zona potrebbero aiutare a chiarire la vicenda.