Bach, quando la musica è quasi una scienza

Ho scelto di commentare le Variazioni Goldberg di Bach, interpretate dal pianista Glenn Gould. Ho sentito per la prima volta questo capolavoro in uno spot pubblicitario e mi ha subito colpito. Quindi ho deciso di vedere anche una famosa opera cinematografica, 32 piccoli film su Glenn Gould, consigliatami dal professore. Il regista François Girard ha pensato con grande originalità di ‘raccontare’ Gould in 32 brevi episodi usando la tecnica delle variazioni. Il film, come è facile intuire dal titolo, è articolato in 32 episodi, alcuni brevissimi, della durata di circa un minuto, altri più strutturati e complessi. Personalmente ho apprezzato particolarmente gli episodi più sintetici perché riuscivano a trasmettermi forti emozioni nonostante la breve durata. Ogni episodio è una cosa a sé, sottolineato da brani di musica eseguiti dallo stesso Gould o attinenti alla sua vita. Anche se con molta delicatezza, Girard ci offre un certo percorso cronologico della vita dell’artista.

Tornando alla musica, non sono mai stato un amante della musica ‘classica’ probabilmente perché fino ad oggi avevo avuto pochissime opportunità per ascoltarla e non avevo certamente la capacità di interpretarla al meglio. Mi rendo conto che dopo il “Laboratorio di ascolto musicale” la mia cultura musicale si sia ampliata. In passato, forse condizionato dall’ascolto esclusivo di musica leggera, pop, r&b, non avrei mai dedicato del tempo per approfondire la conoscenza di artisti classici, anche perché non ho mai studiato in maniera approfondita la materia musicale. Adesso, avendola affrontata e capita più da vicino, riesco ad ascoltare un brano di musica classica con piacere apprezzando l’armonia delle note e delle composizioni.

Il compositore dell’opera in questione è Johann Sebastian Bach, di cui ammiro in particolar modo la caratteristica sensazione di organizzazione che mi dà la sua musica; ascoltandolo spesso, mi stupisco di quanto possa la struttura di una composizione essere scientificamente organizzata. Probabilmente quest’impressione che ho è dovuta alla connotazione contrappuntistica dell’opera. Mi sono reso conto che interpretare le opere musicali (da ascoltatori) non è un compito facile. La musica costituisce sempre un messaggio un po’ misterioso, e ciò che riesco a mettere in luce presumo sia solo una parte di quanto la musica stessa sia in grado di narrare.

Alcuni aspetti, poi, si possono cogliere con l’intuizione e con la fantasia, ed è più facile interiorizzarli, piuttosto che esprimerli a parole. Tuttavia, è necessario, fin dove è possibile, cercare di mettere ordine nelle proprie impressioni, chiarendo ciò che un brano rappresenta. Quando ascolto questi brani riesco a rilassarmi e a non pensare ai problemi quotidiani. A volte li ascolto prima di studiare perché mi aiutano nella concentrazione.

Ho apprezzato particolarmente la chiarezza delle note e credo anche che l’interpretazione di Glenn Gould sia davvero notevole, in quanto i vari passaggi risultano ben scanditi. Particolarmente interessanti i passaggi tra i brani lenti e quelli piuttosto veloci, alternanza che suscita particolare interesse e stimola particolarmente le emozioni del mio udito. L’insieme risulta armonico e spesso non si avverte il cambio di velocità in quanto avviene in maniera molto fluida.

In conclusione, il mio giudizio sull’opera è fortemente positivo e d’altronde la scelta della stessa come argomento dell’elaborato finale del medialab è indicativa: sensazioni sorprendenti sia a livello mentale che fisico sono senza dubbio assicurate!


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