Da Siracusa e Lampedusa lettera a papa Francesco Minori stranieri: «Pure tu sei immigrato come noi»

Una lettera destinata a papa Francesco e partita da Siracusa e Lampedusa, ma non solo. A scriverla sono stati alcuni minori stranieri non accompagnati, ospiti di strutture di prima accoglienza in Sicilia o che frequentano i Centri diurni CivicoZero di Save the Children a Roma, Milano e Torino. È stata proprio la ong a farsi promotrice dell’iniziativa in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che si celebra oggi. I giovani migranti hanno voluto rispondere al messaggio che il pontefice ha loro indirizzato. 

«Abbiamo scelto te perché anche tu sei un immigrato – dicono nel video lanciato stamattina da Save the Children – abbiamo affrontato tanti pericoli per arrivare in Italia. Ma anche in Italia corriamo tanti pericoli, tante persone si approfittano di noi, ci fanno lavorare 12 ore al giorno per pochi soldi. Noi non siamo qui per rubare il lavoro o per rovinare la vita agli italiani o agli europei, ma per aiutare noi e la nostra famiglia. E ci teniamo a ringraziare la Guardia costiera che a tanti di noi ha salvato la vita».

I minori confidano i loro semplici sogni: «Vorremmo imparare la lingua e un mestiere, andare a scuola, sentirci integrati. Abbiamo la speranza che le cose possono ancora cambiare». Quindi un augurio e i ringraziamenti: «Un buon anno nuovo al papa, grazie per il tuo pensiero e per le cose che fai per noi e per la tua accoglienza, che Dio sia con noi e anche con te».

Save the children solleva per l’ennesima volta l’attenzione, in occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, sui numeri e sulla condizione dei minori non accompagnati. Nel solo 2016, rende noto l’ong, più di 25.800 ragazzi e ragazze, anche giovanissimi con meno di 10 anni, sono arrivati da soli via mare in Italia, più del doppio rispetto al 2015, quando erano 12.360, e tantissimi hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo. Molti di questi, una volta arrivati in Italia, vorrebbero proseguire il loro viaggio, ma la legge non glielo permette e finiscono per affidarsi a nuovi trafficanti.

«La cosa più urgente e concreta che l’Italia può fare per loro – denuncia Claudio Tesauro, presidente della ong – è l’approvazione definitiva in Parlamento della legge che interviene sugli aspetti fondamentali per la vita dei minori migranti che arrivano in Italia senza genitori o adulti di riferimento: dalla procedura per accertare la minore età agli standard dell’accoglienza; dalla promozione dell’affido familiare alla figura del tutore, dalle cure sanitarie all’accesso all’istruzione, tutti tasselli fondamentali di una buona integrazione».

Tra tutti coloro che sono sbarcati sulle coste italiane nel 2016, più di seimila provengono da Eritrea (3.832, il gruppo più numeroso in assoluto tra tutti i paesi di origine), Somalia (1.584), Etiopia (401), Siria (220) e Palestina (110). «Salvo pochissime eccezioni questi ragazzi sono fortemente determinati a raggiungere il più in fretta possibile altri Paesi europei dove si sono già integrati familiari o amici. Chiediamo ai paesi membri dell’Ue di rendere finalmente operativo il sistema di ricollocamento, per dare un’alternativa di viaggio legale e protetto a quei minori soli che, una volta giunti nel nostro Paese, proseguono il loro cammino mettendosi nelle mani di nuovi trafficanti».

Per sensibilizzare al tema oggi viene lanciata la campagna di comunicazione social #NonFarloSparire, dedicata proprio ai minori stranieri non accompagnati che, in assenza di alternative, si rendono invisibili per continuare il loro viaggio o spariscono nel nulla. Nel corso della giornata, verranno pubblicate sui profili Facebook e Instagram di Save the Children le foto di alcuni minori migranti, ognuna delle quali scomparirà entro due ore, chiedendo agli utenti di fare uno screenshot dell’immagine e di pubblicarlo sul proprio profilo con l’hashtag #NonFarloSparire. Inoltre, alle 13 di oggi su tutti i profili social dell’organizzazione, il logo di Save the Children scomparirà in segno di protesta per la scomparsa di questi minori.


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In occasione della Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, alcuni giovani rispondono al messaggio rivolto loro dal pontefice. Attraverso una videolettera pubblicata da Save the children: «Abbiamo la speranza che le cose possono ancora cambiare». La ong chiede all'Ue di modificare le leggi sul ricollocamento

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