Mafia, dopo 8 anni fatta luce su omicidio Urso In manette padre e figlio, i presunti mandanti

A distanza di otto anni, è stata fatta luce sull’omicidio di Vincenzo Urso, il giovane imprenditore ucciso a colpi di pistola la notte tra il 24 e 25 ottobre nel 2009 sotto la propria abitazione di Altavilla Milicia, nel Palermitano. I manette sono finiti i due presunti mandanti dell’agguato: stamane, i carabinieri hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Palermo, su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Francesco Lombardo, 67 anni e del figlio Andrea, 36 anni. La misura cautelare è stata emessa a seguito delle risultanze investigative acquisite dai militari di Bagheria grazie a numerose testimonianze, attività tecniche e riscontri a dichiarazioni di collaboratori di giustizia, nei confronti dei due esponenti di spicco della clan, che hanno consentito di accertare come l’evento delittuoso fosse maturato nel contesto delle dinamiche interne alla famiglia mafiosa di Altavilla Milicia, retta in quel momento da Francesco Lombardo.

Secondo gli inquirenti, il movente sarebbe da ricollegare a due motivi. In primo luogo, all’indebita concorrenza da parte di Vincenzo Urso a discapito dei Lombardo, i quali, al pari della vittima, svolgevano l’attività imprenditoriale di movimento terra nella zona di Altavilla Milicia. A questo, si aggiungeva il forte risentimento nutrito da tutta la famiglia Lombardo nei confronti del giovane imprenditore, a seguito della rottura del fidanzamento con la figlia del reggente Francesco. Le attività d’indagine, inoltre, hanno consentito di accertare come in epoca antecedente all’omicidio, fosse stato organizzato un altro agguato per uccidere Urso al quale era scampato solo per un puro caso: infatti, in quella circostanza, i killer che si erano posti la suo inseguimento, facendo inversione di marcia con la moto, lo avevano perso di vista.

Lombardo padre è stato coinvolto anche nell’indagine antimafia Argo ed nel 2015 è stato condannato a 14 anni di reclusione per aver diretto, fino al 2012 (data del suo arresto per un episodio di estorsione aggravata) la famiglia mafiosa di Altavilla Milicia. Il figlio Andrea nel 2014 è stato raggiunto da un provvedimento cautelare nell’ambito dell’operazione antimafia Reset, per aver partecipato alla riorganizzazione della famiglia mafiosa di Altavilla Milicia, successivamente condannato a 6 anni e mesi 10 di reclusione. Le notifiche dei provvedimenti sono state effettuate nella casa circondariale Pagliarelli del capoluogo, dove padre e figlio si trovano attualmente.  


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