Etna Nord, tutti i nodi sulla nuova stagione Lacune e polemiche sulla guardia medica

Occhi puntati su Etna nord, dove la stagione invernale è ripartita in grande stile fra la fine del 2016 e l’anno nuovo. Avviati a pieno regime gli impianti di risalita, porta d’ingresso per le spettacolari piste che si snodano da quota 1800 in su, gestite dalla Star srl. Proprio l’azienda ha provveduto quest’anno a colmare una delle lacune della stazione di Piano Provenzana: da qualche giorno è in funzione un tapis roulant nel campo scuola della Federazione italiana sport invernali, utile per i più piccoli ed i principianti e messo gratuitamente a disposizione di maestri di sci ed appassionati.

Ma l’afflusso di sciatori e turisti non nasconde – ed anzi le scopre ancor di più – le diverse carenze del polo in territorio di Linguaglossa, spesso già messe in evidenza da esperti e operatori della zona. Da un parte, i limiti di una ricostruzione, seguita all’eruzione del 2002, da molti ritenuta «fallita». Nel corso dell’inaugurazione del nuovo nastro trasportatore per gli sciatori, si è soffermato sul tema l’assessore regionale del Turismo, Anthony Barbagallo. «La questione dell’assenza di strutture ricettive a Piano Provenzana è quanto mai centrale, solo così potremo destagionalizzare» ha affermato Barbagallo. Il nodo è quello delle concessioni rilasciate dal Comune di Linguaglossa per l’edificazione di quattro alberghi a Piano Provenzana, rimaste lettera morta. «Da settimane stiamo studiando le soluzioni più praticabili per accelerare tutto l’iter», ha aggiunto il titolare del Turimo. Dal Comune erano già arrivate delle aperture, ma il vero scoglio resta l’indisponibilità degli assegnatari, non più intenzionati ad investire su Piano Provenzana, oggetto di flussi di gran lunga inferiori rispetto all’altra stazione turistica etnea, quella di Etna sud a Nicolosi.

Per altro verso, si aggiungono le carenze nell’accoglienza e nei servizi di base. Da ultimo le segnalazioni si sono concentrate sul presidio di continuità assistenziale di Etna nord, ospitato nei locali del Centro servizi del Comune di Linguaglossa. Locali che sarebbero però più simili «Ad un gabbiotto per pinguini», piuttosto che ad una rassicurante guardia medica. «È corretto che il medico di turno debba fare servizio in condizioni di freddo intenso e che debba accogliere l’infortunato nella medesima condizione?», si chiede un visitatore, che racconta di essersi trovato in una «casetta di legno priva di riscaldamento» per poi aggiungere: «Ai medici che si alternano è stato risposto che l’impianto è collegato con le altre casette che non vengono utilizzare, per cui sarebbe uno spreco riscaldare ambienti vuoti».

Il fatto sarebbe dunque legato alla tormentata vicenda proprio del Centro servizi. Una struttura realizzata nell’ambito della ricostruzione per ospitare forze dell’ordine, ricercatori, servizi medici e di supporto al turismo. Dal suo completamento nel 2012, però, il Centro è rimasto quasi del tutto inutilizzato, finendo preda di vandali e soprattutto ladri di rame, che ne hanno smantellato il tetto. Da tre anni vi opera appunto solo la guardia medica, ma non in condizioni, come sembrerebbe, così disagiate. Lo garantisce la sindaca di Linguaglossa, Rosa Maria Vecchio: «Vero è che l’impianto di riscaldamento della struttura è centralizzato e non è stato attivato, ma la guardia medica è stata dotata di alcune stufe perfettamente funzionanti, dire che i medici lavorano al gelo è falso». 


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