Il gesto di Manuela Nicita, oggi all'opposizione dopo aver abbandonato la maggioranza, è stato ripreso dalle telecamere diventando virale. «Ho reagito in modo indecoroso, ma il gesto è stato decontestualizzato. C'era tanta tensione nell'aria». La seduta è quella dell'approvazione del bilancio, con l'arrivo in Aula anche dalla polizia
Ragusa, il vaffa dell’ex consigliera del Movimento 5 stelle «Piccitto con la sua arroganza ci porta all’esasperazione»
Il gesto dell’ombrello della consigliera Manuela Nicita, indirizzato al sindaco di Ragusa Federico Piccitto, non è passato inosservato e in poche ore nel capoluogo ibleo ne hanno cominciato a parlare tutti. Il vaffa dell’ex consigliera grillina, oggi tra le fila dell’opposizione, è arrivato nell’ultima seduta consiliare dell’anno, quella più incandescente dove, per sedare gli animi, è perfino dovuta intervenire la polizia.
Nicita, come si vede nel video, ha cominciato a inveire contro il presidente del Consiglio e il primo cittadino accusandolo di poca trasparenza e di «non voler rendere pubblici i soldi che spende». È la stessa consigliera di Laboratorio 2.0 a ritornare sulla vicenda per chiedere pubblicamente scusa ai cittadini con una lettera aperta attraverso la quale si dice mortificata per il gesto, ma allo stesso tempo tenta di giustificare l’azione.
«Chi non c´era non può comprendere quanto l’ambiente fosse carico di frizioni e non può sapere a quante e quali provocazioni e angherie abbiamo dovuto subire – ha spiegato la consigliera -. Dico questo non per cercare giustificazioni al mio gesto, decontestualizzato e fatto diventare virale così senza che se ne capissero le ragioni né gli umori di un’intera Aula, ma cerco solo di far comprendere ai cittadini l’esasperazione cui ogni giorno l’amministrazione Piccitto spinge i membri dell’opposizione, con atteggiamenti arroganti e facendosi beffe di ogni forma di rispetto e della democrazia». Istigazione a cui Nicita ammette di aver ceduto. «Un gioco nel quale sono caduta scioccamente, reagendo in modo davvero indecoroso per un consigliere comunale in una sede istituzionale», conclude.