Dall'ospedale Vittorio Emanuele emergono alcuni dettagli sull'arrivo del giovane, colpito ieri sera al collo da una fucilata. Dopo essere stata accompagnata da un altro ragazzo, la vittima avrebbe raccontato due diverse versioni dei fatti ai carabinieri. Adesso si trova ricoverato in prognosi riservata
San Cristoforo, grave la ferita del 16enne «Proiettili a un millimetro dalla carotide»
«Una notte stranamente tranquilla». Così i sanitari del Vittorio Emanuele raccontano la serata di San Silvestro, solitamente caratterizzata da incidenti collegati alla tradizione dei botti e ai colpi d’arma da fuoco, usati per festeggiare l’inizio del nuovo anno. Ed è proprio riconducibile a un colpo di fucile l’unico caso che ha impegnato medici e infermieri del presidio di via Plebiscito, con un sedicenne raggiunto intorno alla mezzanotte da pallini di ferro. Secondo quanto riferito dall’ospedale, il giovane sarebbe arrivato al pronto soccorso a piedi, accompagnato da un altro maggiorenne che però lo avrebbe lasciato da solo dopo pochi minuti.
«Il ragazzo perdeva sangue dal collo – raccontano i sanitari – a causa del colpo e dei pallini che si trovavano ancora conficcati nella carne. Appena è arrivato abbiamo subito chiamato i parenti e i carabinieri che, insieme a noi, hanno ascoltato la versione dei fatti raccontata dallo stesso paziente». Pur non indicando la zona in cui sarebbe stato ferito, il sedicenne avrebbe detto agli inquirenti di essere stato colpito mentre si trovava sul suo motorino. Salvo poi cambiare versione affermando di trovarsi a piedi lungo via Plebiscito.
«Il colpo è stato sicuramente ravvicinato. Per un solo millimetro – spiegano ancora dal nosocomio – non è stato fatale. Stava infatti per toccare la carotide». In contemporanea all’arrivo delle forze dell’ordine, il ragazzo è stato medicato. «I proiettili avevano creato un edema e, trovandosi vicini alle vertebre del collo e ai vasi, è stato necessario tenere il giovane in osservazione per evitare lacerazioni», chiariscono. Il 16enne è rimasto nel reparto d’urgenza per qualche ora, per poi essere trasferito in Chirurgia, dove si trova in prognosi riservata.