È organizzato dal Centro di accoglienza Padre Nostro di Brancaccio in collaborazione con un noto ristorante, che preferisce restare anonimo e che da tempo sostiene le attività della struttura fondata dal beato Pino Puglisi. A godere delle prelibatezze saranno 180 persone, fra carcerati e loro familiari
Pranzo di Natale al carcere Ucciardone Artale: «Regaliamo gioia ai detenuti»
Dalla pasta al forno all’arista di maiale, dalla scomposta di cannolo siciliano all’immancabile panettone: saranno i protagonisti del pranzo natalizio di oggi al carcere Ucciardone, organizzato dal Centro di accoglienza Padre Nostro in collaborazione con un noto ristorante palermitano che, però, preferisce restare anonimo. «Quest’anno per la prima volta per far partecipare più persone abbiamo chiesto se potevamo organizzare il pranzo direttamente all’interno del carcere, anziché fuori con i soli detenuti a cui è consentito il permesso per uscire, e la direttrice Rita Barbera ci ha dato la sua disponibilità», spiega Maurizio Artale, presidente del centro fondato dal beato Pino Puglisi. Fra detenuti e familiari ci saranno circa 180 persone: «Si può immaginare la gioia di questi detenuti – dice il presidente – che in altro modo non potrebbero trascorrere una giornata di festa con le proprie famiglie perché stanno scontando una pena».
Un giorno speciale, quindi, che vedrà trasformate le sale colloquio del carcere in sale da pranzo addobbate a festa, con l’unico obiettivo di ricreare l’atmosfera natalizia. A pensare all’organizzazione del pranzo e alla preparazione di tutto è un noto ristorante che da tempo, ormai, collabora con il Centro di Brancaccio: «Ci porteranno il cibo all’interno di contenitori termici e poi noi lo distribuiremo – torna a dire Artale – Il proprietario si è dimostrata una persona sempre molto sensibile verso questi temi, ci ha aiutato spesso e si è reso disponibile per diverse iniziative», come quella del corso di formazione in ambito culinario per i detenuti. «Si tratta di persone che hanno imparato a conoscere il Centro, la nostra serietà e la nostra passione soprattutto, quindi si è creato un rapporto di fiducia – racconta Artale – Sanno che dietro a quello che facciamo non ci sono doppi fini». Questo nel tempo li ha resi dei veri e propri volontari del Centro Padre Nostro.
«È l’effetto Puglisi – dice infatti il presidente – che riesce a far fare a ognuno la sua parte, alla fine ci vuole così poco per fare del bene». Feste di Natale a parte, le consuete attività del Centro di accoglienza proseguono e i volontari sono costretti a confrontarsi quotidianamente con l’ostilità di alcuni ragazzini della zona, che frequentemente vandalizzano le strutture della sede, e con le istituzioni che minimizzano il loro intervento: «Al centro si va avanti. Noi non vogliamo avere contrasti con nessuno, specie con le amministrazioni. Come ogni anno sono stati distribuiti gli alberi di Natale – racconta infine – E noi siamo riusciti ad averlo solo grazie all’interessamento del presidente della seconda circoscrizione Antonio Tomaselli: se non fosse stato per lui, piazza Anita Garibaldi non ne avrebbe avuto». Il motivo? Secondo il presidente del Centro Padre Nostro «è lo stesso per cui non mettono ancora un giardiniere in quello che è un luogo di memoria».