L'unica arteria che collega il centro del Nisseno a Gela da tre anni è a rischio crollo. Salvatore Di Trio, titolare di un centro di riciclaggio inerti, ha deciso di mettere i soldi necessari alla messa in sicurezza. «Troppi fornitori si sono rifiutati di raggiungerci per paura degli inconvenienti», racconta a MeridioNews
Butera, imprenditore paga rifacimento strada «Regione sorda, meglio così che perdere clienti»
Da tre anni la strada provinciale che collega Butera – centro del Nisseno di poco meno di cinquemila abitanti – a Gela è a mezzo servizio. Dopo la frana di tre anni fa in contrada Cipollina, esiste un ampio tratto in dissesto e a rischio crollo. Eppure l’ex Provincia di Caltanissetta e l’attuale libero consorzio non hanno i soldi necessari per i lavori di rifacimento, nonostante esista già un progetto. Di fronte al più classico degli immobilismi istituzionali, l’imprenditore buterese Salvatore Di Trio ha deciso di intervenire mettendo a disposizione soldi, mezzi e uomini propri. Anche perché la sua impresa, un centro di riciclaggio inerti, viene continuamente danneggiata dal blocco dei mezzi pesanti vigente sulla strada.
«Da lunedì faremo una messa in sicurezza provvisoria – dice Di Trio -. Il costo dell’operazione sarà di circa seimila euro. Non so quantificare i danni finora avuti, so solo che gli autisti dei nostri fornitori diverse volte si sono rifiutati di percorrere la provinciale e così i materiali non ci arrivano. Senza contare – continua – che abbiamo cinquemila metri di materiale in catasto che non riusciamo a vendere». L’imprenditore nei giorni scorsi ha cominciato i primi lavori, sotto una pioggia minacciosa e persistente. «Se la strada frana rimaniamo completamente isolati – continua – questa è l’unico collegamento con Gela. Tutti i servizi, dall’ospedale al lavoro, passano da qui. Il mio è un intervento tampone, ma di sicuro mi costerà meno che perdere il lavoro».
Di Trio ha ottenuto le necessarie autorizzazioni da parte del libero consorzio di Caltanissetta. A dargli manforte in questa opera di sollecitazione è stato anche padre Aldo Contraffatto, sacerdote molto attivo nelle questioni sociali buteresi. «Sappiamo che il prefetto stava per emanare la chiusura totale della strada – dice il prelato -. Ai politici il nostro attivismo non piace, perché in questo modo non hanno nessun tornaconto elettorale».
Il rifacimento della strada risulta incluso nei programmi di finanziamento coi fondi Fas 2000-2006, sanciti con delibera del gennaio 2016 e con la Regione che aveva dato massima priorità all’intervento. «Il finanziamento era di oltre 500mila euro e non si sa dove è andato a finire – continua padre Aldo -. C’è chi dice che sia stato destinato ai forestali. Quel che è certo è che per noi buteresi la strada è fondamentale». A chiedersi che fine abbiano fatto i soldi è anche Di Trio, che tuttavia si sforza di guardare avanti. «Ho trovato massima disponibilità nei tecnici provinciali e nell’assessore al Territorio di Butera Gino Vassallo – racconta -. È mancato il supporto economico, ma quello deve mettercelo la Regione. Della vicenda si è interessato anche il deputato Giancarlo Cancelleri, mentre invece nessuna risposta da parte del Comune di Gela».
I primi lavori riguarderanno il manto stradale. Intervento che verrà pagato dall’imprenditore, mentre l’ex Provincia ha assicurato che metterà a disposizione i propri operai per deviare il traffico. «Se chiederò un rimborso alla Regione? Intanto cominciamo, poi qualcuno dovrà mettersi la mano sulla coscienza», conclude Di Trio.