Referendum costituzionale, il voto nel Palermitano Vince il No, Miceli: «Accettiamo le conseguenze»



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Nella città di Palermo stravince il No. Da Alimena a Ustica il risultato è unanime. In provincia il No ottiene il 72,47 per cento dei voti. Unico Comune che sembra uscire da coro è Santa Cristina Gela, dove il  avrebbe trionfato con oltre il 70 per cento. Avrebbe perché i numeri dati dal sito del ministero dell’Interno sono smentiti dal sindaco del piccolo Comune alle porte di Palermo «Sono stato al seggio fino a poco fa – dice Massimo Diano – e assicuro che ha vinto il No. I numeri sono quelli del ministero, ma al contrario. Fosse stato davvero così mi avrebbe quanto meno chiamato Renzi per complimentarsi». Impressiona invece il dato di Villabate, dove a votare No è stato l’81,17 per cento di coloro che si sono recati alle urne.

«Da Palermo, con oltre il 72 per cento di No, viene il risultato più netto fra i capoluoghi: un vero atto di amore per la Costituzione». Lo afferma in una nota il sindaco della città Leoluca Orlando, commentando l’esito del referendum costituzionale. Secondo il sindaco «l’alta affluenza e i numeri della vittoria del No confermano come gli italiani abbiano compreso l’importanza di difendere la Costituzione e la contrarietà del popolo a stravolgimenti a colpi di risicate maggioranze». «La sconfitta del Pd e dei suoi cespugli, come quella di Renzi – conclude Orlando – deriva da un tentativo goffo di mascherare uno stravolgimento di alcuni valori importanti della Costituzione, fra cui il rapporto fra lo Stato da un lato e Regioni e Comuni dall’altro, dietro slogan vuoti e mistificazioni».

«Il segretario nazionale del mio partito – commenta a MeridioNews Carmelo Miceli, segretario provinciale del Pd – ha rassegnato le proprie dimissioni. Si apre una fase di riflessione e a cascata tutti dovremo pensare al risultato ottenuto dal Sì, che su Palermo è di poco sotto la media nazionale, ma nel dato regionale è molto indietro. Bisognerà capire come mai la Sicilia ha risposto in questo modo. Non ci sono scuse di sorta e accettiamo le conseguenze di questa che è stata una scelta democratica e partecipata. La nostra proposta era intimamente politica. Saremmo stati felici di una vittoria con bei numeri in Sicilia, ma così non è stato, adesso dunque serve serietà istituzionale e riflessione sul futuro, è un dovere».

Canta vittoria il fronte del No con tanto di auto per le vie del centro e una festa in piazza Verdi, di fronte al teatro Massimo per «Festeggiare la cacciata di Renzi». «Ce l’abbiamo fatta!» esulta Francesco Vozza (Noi con Salvini). Nella città metropolitana il dato dell’affluenza si attesta al 55,43 per cento, al di sotto della media nazionale. Leggermente meglio i numeri relativi al capoluogo, dove alla chiusura dei seggi ha votato il 55,73 per cento degli aventi diritto, tra questi, come sempre, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Tanti gli annunci per la paura di presenza di matite copiative cancellabili, su tutti quello della consigliera di sala delle Lapidi Antonella Monastra, ma finora non è stata fatta nessuna contestazione ai seggi. 


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