Gli studenti del collettivo universitario autonomo non accettano il il divieto. L'iniziativa non è stata accolta perché in contrasto con le nuove direttive dei Rettori di Palermo e Catania che prevedono la presenza del «contraddittorio e la piena equidistanza delle diverse posizioni politiche con la presenza di tecnici ed esperti della materia»
No al referendum, aula negata agli universitari «Abbiamo il diritto di fare l’assemblea e la faremo»
«L’università nega il diritto di espressione agli studenti». La denuncia arriva dal collettivo universitario autonomo. Gli universitari hanno ricevuto il divieto protocollato dagli uffici della presidenza della Scuola delle Scienze Umane e del Patrimonio Culturale rispetto alla richiesta di un’aula per lo svolgimento di un’assemblea studentesca per il No al Referendum Costituzionale. L’assemblea, prevista per domani pomeriggio alle ore 17 nell’aula Seminari della Facoltà di Lettere e Filosofia, era stata pensata per creare un momento di discussione rispetto al Referendum, cosa che «evidentemente non è ben gradita alla governance universitaria», affermano dal Collettivo. Già ieri gli studenti avevano ricevuto un no verbale dall’istituzione universitaria «che si adegua dunque alla circolare di tre giorni fa – spiega una nota inviata dagli studenti – inoltrata dai due rettori Fabrizio Micari e Giacomo Pignataro (rispettivamente di Palermo e di Catania), con la quale si nega agli studenti la possibilità di organizzare dibattiti referendari perché nessun evento sarà autorizzato salvo nei casi in cui venga garantito il contraddittorio e la piena equidistanza delle diverse posizioni politiche con la presenza di tecnici ed esperti della materia».
Gli studenti non si spiegano queste nuove direttive alla luce del fatto che «solo qualche settimana fa, il 22 ottobre scorso, proprio il rettore Micari ha invitato Matteo Renzi in persona al Teatro Massimo ove si stava svolgendo l’inaugurazione dell’anno accademico». Per i ragazzi del collettivo «Il rettore ha offerto a Renzi un’occasione ideale per poter fare propaganda politica sul Si, per dare visibilità alla sua figura e alle sue posizioni. E noi non vogliamo aspettare il 4 dicembre per prendere parola».
«È intollerabile come i poteri forti possano godere tranquillamente del diritto a esprimere un pensiero di parte e a noi studenti che siamo i veri protagonisti dell’università questa stessa possibilità venga negata», afferma Silvia Fabra del collettivo universitario autonomo. «Si fanno garanti dell’indipendenza dell’ateneo, – continua Giulia Callari, studentessa anche lei del Collettivo – dopo avere ospitato il presidente del consiglio Renzi e dopo aver blindato il centro di Palermo per garantire la visibilità e la campagna elettorale del presidente? Per i potenti passerelle, palchi e tappeti rossi, per noi studenti invece manganelli, aule negate, bocche tappate. Useremo tutti i modi possibili, approfitteremo di qualsiasi tipo di occasione per diffondere la nostra opinione in merito al referendum. Abbiamo diritto di fare quella assemblea e la faremo».