A fine anni '60 venne costruito un terrapieno tra la chiesa Matrice e la struttura normanna, e alle spalle di questa un terrazzamento. Che, transennato perché pericoloso, è accessibile da un varco creato da ladri. Ma per renderlo fruibile e sicuro «è difficile stabilire il tipo d'intervento», dice l'assessore Agostino Borzì
Paternò, scivola il terreno al di sotto del Belvedere Il geologo: «Rifarlo tutto per metterlo in sicurezza»
Scivola a valle la terrazza attigua al Castello Normanno di Paternò. Il cosiddetto belvedere è caratterizzato da crepe profonde e avvallamenti che rendono pericolosa la visita di turisti o di semplici curiosi. Vista la profondità delle crepe tempo addietro i tecnici del Comune, dopo un accurato sopralluogo, hanno deciso di transennare i due ingressi che danno sul terrazzo. Tuttavia, la costante azione devastatrice dei vandali, accompagnata dalla razzia perpetrata dai ladri che hanno rubato le botole dei pozzetti di ispezione della pubblica illuminazione e i relativi cavi in rame, ha creato una sorta di varco nella transenna. L’apertura – alta oltre due metri e larga circa quattro – in pratica consentirebbe l’accesso a chiunque, aumentando i rischi per tutti coloro che si trovano nella zona. Anche perché il terreno sottostante sta scivolando.
Alla fine degli anni ’60 furono effettuati dei lavori di sistemazione dello spazio esistente tra la Chiesa Matrice e il Castello Normanno: uno slargo non lineare ma con avvallamenti che ne rendevano difficile l’ingresso. Da qui è nato il progetto di costruire un terrapieno ampio, retto da un muro di contenimento di circa sei metri e spesso oltre un metro e mezzo. Alle spalle del Castello era presente un’area scoscesa e lì è stato realizzato il terrazzamento, riempito con il materiale di risulta derivante dai lavori di realizzazione di via dei Normanni, una delle due strade che collega la collina storica con piazza Santa Barbara. «Innanzitutto – ha detto il geologo Orazio Caruso – è necessario specificare che il Castello Normanno è solido a 360 gradi. La sua stabilità non è in discussione quindi da questo punto di vista dobbiamo e possiamo tranquillizzarci».
«Per quanto riguarda le crepe presenti nel terrazzo o ai margini del muro di contenimento tutto deriverebbe dalla qualità scadente del materiale usato nel riempimento. Con l’andare del tempo – e sono passati oltre 40 anni – il terreno sottostante ha perso solidità. A mio avviso – ha concluso Orazio Caruso – per mettere in sicurezza l’intera area sarebbe opportuno rifare il tutto mentre un lavoro di solo ripristino potrebbe durare solo poco tempo». Sulla vicenda l’assessore al ramo Agostino Borzì ha specificato: «Non si tratta di un problema sorto da poco. I tecnici del nostro Comune, ritenendo che ci fosse un pericolo per l’utenza, decisero di transennarne l’accesso. Difficile, per il momento, stabilire il tipo di intervento e l’esatto periodo dei lavori».