Chi sono io? Cè chi al Working Capital Camp organizzato da Telecom mercoledì scorso ai Benedettini ha sofferto di crisi didentità. Il resoconto di una giornata passata tra nerd, nativi e immigrati digitali raccontato da chi vive dallaltra parte della barricata
Io, tardivo digitale al Camp
Due giorni fa ho scoperto di essere un tardivo digitale.
Definizione di Wikipedia: dicesi nativo digitale “una persona che è cresciuta con le tecnologie digitali come i computer, internet, telefoni cellulari e Mp3”.
Nel mondo virtuale, dall’altra parte della barricata ci stanno gli immigrati digitali. Niente a che vedere con Lampedusa, gommoni e viaggi della speranza. Sono quelli che, poveri sfigati, sono cresciuti prima delle tecnologie sopraelencate e sono stati costretti ad adottarle in un secondo momento per non rimanere emarginati digitali, cioè sociali.
E io che sono nato a metà anni ottanta che digitale sono? Diamo un po’ di numeri: sempre Wikipedia, grande amica di tutti i digitali, anche quelli ritardati, pardon tardivi, mi dice che Windows nasce nell’85. Panico. Quindi sarei un nativo digitale? A pensarci bene però chi se lo filava Windows almeno fino al ’95? Forse solo i ‘nerd’.
E chi diavolo sono ‘sti nerd? Chi ha “una certa predisposizione intellettuale per la ricerca intellettuale, magari associata a un quoziente intellettivo superiore alla media, ed è al contempo tendenzialmente solitario e asociale” mi suggerisce la mia amica Wiki. Ahh…dei poveri sfigati praticamente! Però vuoi mettere ‘nerd’ con ‘sfigato genio intellettuale asociale’. Fa più figo nerd, ha più skills.
Ora che ci penso l’altro giorno ne ho incontrati tanti sfiga… volevo dire ‘nerd’. Erano tutti muniti di Mac (dimenticavo che per i nerd esiste solo Linux), il loro migliore amico, confabulavano tra di loro, parlavano di business plan (forse qualche ‘piano di attracco’ per la sera?!), cercavano di convincere dei signori in giacca e cravatta della potenzialità delle loro idee nella lotta per il cambiamento del mondo. Ma lo facevano in ‘nerdiano’ una lingua strana, forse addirittura non di origine indoeuropea.
Comunque, torniamo ai numeri. Il World Wide Web, cioè internet (la, il, l’?) come lo conosciamo noi, nasce nel 1991. Su questo siamo sicuri: non ci sono proprio cresciuto, mi ci sono adattato a partire dal liceo. Sarò sempre più nativo del mio prof o dei miei genitori, ma in confronto alla mia cuginetta di otto anni sono un immigrato. Anche l’uso del cellulare si associa agli anni dei brufoli e dei capelli corti e senza forma. Ma la timidezza nei confronti della tecnologia mi ha portato a rifiutare (in ordine cronologico) telecamera, bluetooth, BlackBerry, e varie applicazioni custom (minchia, mi starò nerdizzando?!)
I numeri non sembrano risolvere la mia crisi.
Ma due giorni fa, mentre vagavo nella mia mente alla ricerca di qualche certezza sulla mia identità digitale, seduto comodamente su una poltroncina, circondato da nativi, immigrati ormai ben integrati e supposti nerd, mi viene in soccorso un tizio brizzolato microfonato: “Diciamo che esiste un’altra categoria: il tardivo digitale”.
Vado in modalità off. Smetto di ascoltare. Mi sei piaciuto: sono un tardivo digitale, anche se non so esattamente cosa significhi.
Al Working Capital Camp c’è sempre qualcosa da imparare.