Il provvedimento giudiziario ha riguardato Giovanni e Giuseppe Bronte, rispettivamente padre e figlio, e Giovanni Vitale. Nei locali di quest'ultimo, all'interno del quartiere Guadagna, si sarebbero incontrati alcuni esponenti della famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesu' con l'anziano boss Salvatore Profeta
Tribunale, sequestrati beni per 320mila euro Riconducibili a criminali comuni e mafiosi
Su disposizione del Tribunale di Palermo, sezione Misure di prevenzione, gli agenti della polizia di Stato hanno sequestrato beni per 320 mila euro, collegati ad alcuni esponenti di spicco della criminalità palermitana. Non solo mafiosi ma anche criminali comuni. Ad essere colpiti dalla misura cautelare sono Giovanni Bronte, di 40 anni, il figlio Giuseppe, e Giovanni Vitale, di 47 anni. Quest’ultimo è indicato come vicino alla famiglia mafiosa della Guadagna, nella zona della marina palermitana. Alla famiglia Bronte sono stati sequestrati beni per 200 mila euro, riconducibili ad un’attività commerciale attiva nel settore dell’estetica e della cosmesi nonchè due auto e due moto. Mentre per Vitale la confisca giudiziaria ha riguardato un’attività commerciale ed un veicolo. In particolare il locale, nel cuore del quartiere Guadagna, sarebbe stato utilizzato come luogo di incontro con gli altri esponenti appartenenti alla famiglia mafiosa di Santa Maria di Gesu’ per lungo tempo dell’anziano boss Salvatore Profeta, dopo la scarcerazione per l’annullamento della condanna definitiva per la strage di via d’Amelio.