Continuano i furti di rame nella stazione sciistica di Piano Provenzana. Più volte saccheggiata e danneggiata da ignoti. «Servirebbero più controlli delle forze dell'ordine e un sistema di videosorveglianza» commenta il direttore della Scuola italiana di sci di Linguaglossa Nino Lo Giudice
Etna nord, rubata copertura tetto scuola di sci «Piano Provenzana è ormai terra di nessuno»
«Piano Provenzana al calar della sera diventa una terra di nessuno, ognuno può fare quello che vuole». L’amarezza di Nino Lo Giudice, direttore della Scuola italiana sci di Linguaglossa, si condensa tutta in queste poche battute di commento all’ennesimo furto avvenuto alla stazione turistica di Etna nord. Una lunga scia di episodi culminata nella scorribanda della scorsa notte quando ignoti, agendo del tutto indisturbati, hanno portato via gran parte della copertura in rame del tetto del fabbricato, di proprietà del Comune di Linguaglossa, che ospita la locale scuola dei maestri di sci. Qualche danno è stato rilevato anche all’interno dell’edificio, dove i ladri si sarebbero introdotti senza però trafugare alcunché. «Il danno alla nostra sede è ancora più grave perché l’inverno è alle porte, si dovrà intervenire al più presto», aggiunge sconsolato il direttore.
Nell’arco degli ultimi tre anni tutte le strutture comunali del piazzale di Piano Provenzana – dalle sedi delle scuole di sci a vari ricoveri di attrezzature e mezzi, fino al Centro servizi polifunzionale – assieme a qualche capanno di privati, sono state colpite a più riprese dai malviventi interessati al prezioso metallo, utilizzato nei rivestimenti isolanti dei tetti. Un patrimonio saccheggiato fin dal 2013 e costato al Comune quasi 50 mila euro, impegnati per il ripristino delle coperture del solo Centro servizi.
Il rame sui tetti è dunque un vero e proprio invito a nozze per i malintenzionati, soprattutto perché la gestione della sicurezza a Etna nord sembra ancora lontana da svolte positive. «Prima dell’eruzione del 2002 – racconta Lo Giudice . a Piano Provenzana esistevano strutture ricettive sempre in attività, oggi invece la stazione diventa deserta non appena chiudono bar e negozi». Un quadro che contribuisce a rendere la zona sempre meno attraente per investimenti e turismo. Anche per questo, secondo Lo Giudice, «La presenza di forze dell’ordine andrebbe sicuramente incrementata, ma prima ancora basterebbero dei sistemi di videosorveglianza». Uno strumento in parte già esistente e che il Comune di Linguaglossa, negli scorsi mesi, si era impegnato a potenziare.