Serradifalco, rigenerazione passa dalla street art  «Così abbiamo ridato vita a una piazzetta anonima»

Una rivoluzione a colpi di pennello per fermare la desertificazione del centro storico e riqualificare i quartieri attraverso interventi di street art. È questo l’obiettivo del collettivo artistico He Art, ideato dai writer Rosk&Loste, Rosa Duminuco e Peppe Benfante. «L’urbanizzazione selvaggia – confessa Rosk – dopo il boom italiano, ha condotto all’abbandono e deturpamento delle zone periferiche di molte città dell’entroterra siciliano. Il nostro obiettivo – prosegue – è quello di contrastare il degrado e valorizzare il territorio coinvolgendo numerosi street-artist».

Ii quattro graffitisti hanno realizzato un murales sulla facciata di un edificio in via Lauricella, nel quartiere di San Giuseppe, a pochi chilometri dal lago Soprano, una delle riserve naturali più suggestive della Sicilia. Lo stabile in questione, dato in concessione da un privato agli artisti, è anche la sede dello spazio He Art. L’opera, realizzata con il contributo di una ditta della zona che ha fornito, a titolo gratuito, le attrezzature per le impalcature, è un omaggio che i giovani creativi hanno fatto alla città. «Ci tenevo a dipingere il mio paese e a restituire nuova vita agli spazi urbani»,racconta Rosk, serradifalchese d’origine.

Il murales sorge nei pressi di un orfanotrofio e affronta temi legati al mondo dell’infanzia, per mezzo di uno stile figurativo universale. «L’immagine, tratta dal romanzo Senza famiglia, rappresenta il piccolo Remì con il suo fedele cane e la scimmietta sullo sfondo di una città urbana, dove è presente la figura di una donna che potrebbe essere una madre che si allontana. Un pensiero che rivolgiamo alla solitudine di parecchi bambini», commenta Loste, impegnato già da anni, in coppia con Rosk, in realtà internazionali e nazionali. «Abbiamo tentato – ammette – di portare la nostra esperienza formatasi all’estero nella nostra terra e siamo riusciti a trasformare una piazzetta anonima e poco frequentata in un punto d’incontro».

Un’ondata di tinte cromatiche che trasforma grigi edifici e sobborghi incolori in veri e propri capolavori d’arte a cielo aperto. «I residenti, che siano anziani o bambini, sono pieni di entusiasmo e si soffermano incuriositi – riferisce Rosk -. e hanno interagito con noi». Un collante per la collettività che mira a sensibilizzare gli abitanti, in un paese in cui, per i più, la street art è una novità. «Non cerchiamo – dice – di poter risolvere i problemi diffusi in città, il nostro intento è, piuttosto, quello di fare riflettere i cittadini e creare intorno a loro un fermento artistico e culturale».

Una sfida costruttiva che possiede un’enorme potenziale: quello di diventare strumento di riscatto sociale, da mettere a disposizione di tutti. «Per questo motivo, – interviene l’artista Beppe Benfante – il murales che abbiamo realizzato è il primo di una serie di altri interventi che attueremo in altre zone del paese».


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