Nell'Isola sarebbero dovuti arrivare, a partire dal 2010, circa 20 milioni di euro ogni anno, per finanziare gli studi sui terremoti e pianificare la messa in sicurezza del territorio. Ma per recepire l’ordinanza della Protezione civile sarebbe stato necessario un cofinanziamento di circa due milioni da parte della Regione, che non è arrivato
Sisma, in Sicilia 282 Comuni sono a rischio Ma solo 58 hanno studio su zone pericolose
Quando si parla di terremoti, si sa e si è letto tante volte negli ultimi giorni, l’unica arma che ha in mano l’uomo è la prevenzione. Da quella prima, fortissima, scossa che ha praticamente raso al suolo interi paesi nel Centro Italia, in molti si sono chiesti in che modo si possa e si debba intervenire per prevenire il crollo della propria casa. Ma è chiaro che ogni precauzione non basta, se non contestualizzata da una seria pianificazione istituzionale in materia antisismica. Dal terremoto in Abruzzo in poi, la Protezione civile nazionale ha stanziato quasi un miliardo di euro (965 milioni) in sette annualità, da ripartire tra le diverse regioni. Tra le misure che i Comuni devono ormai adottare nei nuovi piani urbanistici, c’è la microzonizzazione, «una misura – come spiega a MeridioNews da Giovanni Pantaleo, componente del consiglio dell’ordine dei geologi di Sicilia – che permette di stabilire quali siano le condizioni sismiche locali e in che maniera adeguare le vecchie costruzioni e costruire le nuove».
A partire dal 2010, sarebbero dovuti arrivare circa venti milioni di euro ogni anno proprio per finanziare gli studi sui terremoti e pianificare la messa in sicurezza del territorio. Ma il condizionale è d’obbligo. Per recepire l’ordinanza della Protezione civile, infatti, sarebbe stato necessario un cofinanziamento di circa due milioni di euro da parte della Regione, da inserire annualmente nel bilancio regionale. «Purtroppo – racconta ancora Pantaleo – il cofinanziamento regionale è stato approvato solo per la prima tranche, per cui di fatto in Sicilia è arrivata soltanto la prima parte del finanziamento».
Quanti sono i Comuni a rischio sismico nell’Isola? Su 390, ben 282 sono a rischio. In questi centri la microzonizzazione diventa strumento indispensabile per permettere intanto di individuare le criticità, a livelli di dettaglio di volta in volta maggiori. Lo studio geologico, infatti, è suddiviso in tre diversi livelli, finanziati di anno in anno: in media, nelle altre Regioni italiane, i piani di microzonizzazione sono già stati espletati fino al secondo livello, manca soltanto il terzo. E in Sicilia? «Nell’Isola – ammette ancora Pantaleo – soltanto 58 dei 282 Comuni a rischio hanno completato le verifiche di primo livello. Come ordine professionale abbiamo più volte chiesto e diffidato la Regione, auspicando di riuscire a metterci in pari con gli altri territori nazionali. Agire nella fase di prevenzione permette di scongiurare il rischio di nuove vittime e riduce i costi di venti volte, rispetto alla ricostruzione delle aree demolite dai sismi».
Ma oltre alle pubbliche amministrazioni, anche i privati hanno modo di verificare la solidità delle proprie abitazioni e accedere a contributi per la messa in sicurezza: sul sito della Protezione civile nazionale, infatti, si trovano anche i bandi per la messa in sicurezza di edifici privati. Naturalmente, non tutte le domande posso essere soddisfatte, ma certamente tutte vengono valutate e classificate rispetto alla località in cui si trova l’edificio, alle condizioni in cui è tenuta la struttura, al fatto che possa essere o meno stabilmente abitata e al numero di persone che ci vivono. Tutti parametri che contribuiscono ad attribuire un punteggio per ciascuna richiesta e rispetto alle quali, alla fine, viene stilata una graduatoria.