La commissione Affari istituzionali ha votato il disegno di legge sulla riforma elettorale. Cancellata la differenza tra piccoli e grandi Comuni. «Abbattiamo i costi della politica e semplifichiamo le regole», commenta il presidente Salvatore Cascio. Al consiglio comunale varrà il sistema proporzionale per chi non supera il 40 per cento
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Chi ha più voti vince. È questa la principale novità del disegno di legge in materia elettorale, che poco fa ha ricevuto il via libera dalla commissione Affari istituzionali dell’Ars. La norma, che adesso arriverà a Palazzo dei Normanni per essere discussa, punta a riformare profondamente il sistema con cui i cittadini sono chiamati a scegliere chi sarà il sindaco della propria città. Il ddl di fatto annulla le differenze fin qui esistenti tra Comuni di piccole, medie e grandi dimensioni, uniformando il sistema elettorale sul meccanismo in vigore al momento nelle realtà con meno di 15mila abitanti: a diventare sindaco, infatti, sarà colui che al primo turno riceverà il maggiore consenso. Quindi niente più ballottaggi né alleanze trasversali in vista della seconda tornata.
La riforma, inoltre, riguarda anche la composizione dei consigli comunali. In questo caso, la modifica riguarda l’aggiudicazione del premio di maggioranza – pari al 60 per cento dei seggi – che toccherà al vincitore soltanto se la coalizione che lo sostiene riuscirà a ottenere il 40 per cento del consenso. Altrimenti la ripartizione avverrà con il sistema proporzionale puro tra tutte le liste che avranno superato la soglia di sbarramento – rimasta intatta – del cinque per cento.
A commentare questo primo passo è il presidente della commissione Salvatore Cascio (Pdr-Sicilia Futura). «Quella votata punta a essere una riforma in linea con l’indirizzo nazionale in tema di elezioni – dichiara il deputato a MeridioNews -. Credo che anche a Roma si arriverà a votare con questo sistema. Rischio di eleggere un sindaco con pochi voti? Pure Crocetta è stato eletto con questo sistema che non prevede secondo turno». Stando all’esponente di Sicilia Futura, tra i vantaggi della riforma ci sarebbe «un abbattimento dei costi della politica», derivanti dall’abolizione del ballottaggio, e una «semplificazione delle regole per i cittadini».
Nel corso della seduta, è stato bocciato l’emendamento del Movimento 5 stelle, che puntava a stabilire una soglia minima di consenso per la vittoria al primo turno. «Se vorranno potranno ripresentarlo in Aula», aggiunge Cascio. Che poi, quando gli si chiede una previsione sui livelli del dibattito che attenderanno l’esame della riforma tra gli scranni di Palazzo dei Normanni, chiosa: «Potrà anche essere acceso il confronto, ma siamo convinti che quella votata oggi sia una buona riforma».