Trentunenne attaccante mancino della nazionale che scenderà in vasca a Rio de Janeiro, ha esordito in A2 con la calottina di Ortigia a soli 13 anni. «È iniziato tutto per caso, guardando in tv una partita dell'Italia», racconta a MeridioNews. Una passione per la pallanuoto che non gli ha impedito di scommettersi anche nelle vesti di birraio
Valentino Gallo, alle Olimpiadi per la terza volta «Cercherò di essere esempio per gli esordienti»
«L’olimpiade è l’ambizione di ogni sportivo, avere la possibilità di essere arrivato a quota tre partecipazione è una emozione tripla, anzi elevata alla terza». A parlare a Meridionews è Valentino Gallo, 31enne siracusano attaccante mancino della nazionale di pallanuoto maschile che prenderà parte alle Olimpiadi di Rio de Janeiro.
In calottina azzurra per la terza volta consecutiva dopo Pechino e Londra, il mancino aretuseo, che può vantare sei medaglie importanti fra cui un argento alle scorse Olimpiadi e un oro ai mondiali di Shanghai, si dice «contentissimo di andare in Brasile con molti compagni di squadra che conosco già bene e con sette esordienti nei confronti dei quali sento anche la responsabilità, ma non il peso, di dover dare l’esempio».
All’inizio del torneo manca oramai poco e Gallo si allena duramente ogni giorno. «Per vincere a questi livelli devono coincidere varie componenti: innanzitutto compattezza e coesione della squadra fuori e dentro il campo, la motivazione, la giusta forma fisica e anche un pizzico di fortuna – svela – perché se uno di questi ingredienti viene a mancare si rompe quel fragile equilibrio che può portare alla vittoria».
L’incontro con la pallanuoto arriva ad appena nove anni. «È iniziato per caso – racconta – mentre, insieme a mio padre, guardavo in televisione una partita dell’Italia che giocava il campionato del mondo a Roma, l’anno in cui poi vinse. Scattò così la scintilla e sono stato facilitato dal fatto che l’allenatore della giovanile dell’Ortigia era un mio vicino di casa». Bastano i primi quattro anni di allenamenti per capire che Valentino avrebbe fatto strada nella pallanuoto. «Quando avevo 13 anni ho esordito in serie A2 e già da lì ho capito che le cose stavano cominciando a farsi serie e che la mia passione poteva trasformarsi in un lavoro», racconta ricordando anche i molti sacrifici fatti per arrivare a questo livello. «Senza non si arriva da nessuna parte, ma li rifarei altre cento volte perché lo sport, prima che a farmi godere delle vittorie, mi ha insegnato a saper perdere e a sapermi rialzare anche dopo le sconfitte più brutte».
Il pallanuotista, che ha giocato per anni nel Posillipo e che adesso è passato alla Bpm Sport Management di Busto Arsizio, ammette di non essersi «ispirato a nessuno», limitandosi a guardare «solo la strada davanti a me, perché il rischio è quello di diventare la brutta copia di qualcuno». Più facile trovare un riferimento negli altri sport. «Da amante del basket e, in particolare, dell’Nba il simbolo del vero talento sportivo per me è Michael Jordan», aggiunge.
Fra i progetti futuri c’è sicuramente quello di continuare con la pallanuoto. «Voglio giocare finché avrò forza e passione per farlo, anche perché alla mia età riesco ancora a vedere la pallanuoto come un gioco e non solo come il mio lavoro. Poi – specifica – mi piacerebbe rimanere nell’ambiente magari come allenatore». Anche se gli interessi vanno oltre la piscina e infatti, sei mesi fa, Gallo, insieme a due soci, ha dato vita a un birrificio artigianale. «Le nuove sfide e le nuove scommesse sono sempre stimolanti», conclude.